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Formazione: consulenti, da nostri tirocini ‘nati’ 30mila posti lavoro

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Torino, 29 set. (Adnkronos/Labitalia) – Un tirocinio formativo su due, attivato dai consulenti del lavoro, si trasforma in un rapporto di lavoro vero e proprio entro tre mesi. La Fondazione Lavoro, tra i soggetti autorizzati dal ministero del Lavoro ha promosso, tra le altre cose, il maggior numero di tirocini a livello nazionale: oltre 60.000, da cui appunto sono ‘nati’ 30mila posti di lavoro. Il tasso di inserimento lavorativo complessivo risulta essere, infatti, del 48,8%. Non solo. Più di un terzo dei tirocini conclusi (il 34,4%) si trasforma in un rapporto di lavoro presso lo stesso datore che ha ospitato il tirocinante.
È quanto emerge da un’indagine condotta dall’Osservatorio statistico dei consulenti del lavoro dal titolo ‘I tirocini di Fondazione Lavoro e l’inserimento occupazionale’ pubblicata in occasione dell’ottava edizione del Festival del Lavoro di Torino, al Lingotto Fiere.
Se si confronta il tasso di inserimento fra i tirocini promossi dai consulenti del lavoro delegati della Fondazione Consulenti per il lavoro, rispetto ai risultati dei tirocini di ‘Garanzia Giovani’ si nota una migliore performance. Un tirocinante della Fondazione, già dopo un mese, trova occupazione nel 43,1% dei casi (+11,8% rispetto a ‘Garanzia Giovani’); a tre mesi il tasso di ricollocazione raggiunge il 52,2% (+15,2%) e a sei mesi tocca il 60% (+19,1%).
La ricerca dei consulenti spiega che il numero di tirocini attivati in Italia da tutti i soggetti autorizzati è cresciuto negli ultimi quattro anni. Si è passati da 204.941 tirocini extra curriculari attivati dal 2013 al 2016 ai 307.007 dello scorso anno. Il volume più alto di tirocini è stato registrato nel 2015 in concomitanza con il programma ‘Garanzia Giovani’ promosso dal ministero del Lavoro, che ha visto in questo strumento la principale misura di politica attiva con cui fronteggiare l’elevata disoccupazione giovanile e in particolare il tasso di Neet, i giovani che non studiano, non lavorano e non sono in formazione.
In questo scenario, risulta in continua crescita anche il numero di tirocini promossi dalla Fondazione Lavoro: poco più di 9.500 tirocini attivati nel 2013 (9.668) e oltre 22 mila nel 2016 (22.066). Tra quelli promossi dai consulenti del lavoro, sono complessivamente 25.637 i tirocini conclusi negli ultimi 4 anni che hanno prodotto una opportunità occupazionale entro tre mesi dal loro termine. Più di un terzo di questi (34%) ha generato un rapporto di lavoro in apprendistato, il 32,9% un contratto a termine, il 28% un contratto a tempo indeterminato.
A riscuotere maggiore successo occupazionale i tirocini realizzati nel settore industriale (54,6%) e nelle aziende di servizi alle imprese (52,2%), mentre quelli nel settore turistico (41,5%) e nei servizi sociali e personali (43,2%) raggiungono livelli di inserimento occupazionale inferiori alla media di oltre 5 punti percentuali.
Ogni cento tirocini con esito occupazione positivo, ben 62 generano un’opportunità lavorativa di tipo permanente (34 in apprendistato e 28 a tempo indeterminato). La rilevazione dell’Osservatorio mostra come la geografia delle province italiane risulti meno scontata rispetto a quanto siamo abituati ad osservare nei dati del mercato del lavoro: la differenza fra Nord e Sud del Paese è meno marcata laddove il tirocinio si trasforma in un posto di lavoro.
La domanda di lavoro, molto differenziata tra il Settentrione e il Meridione, determina tassi di inserimento molto diversificati tra loro. Nelle regioni del Mezzogiorno, infatti, il livello d’occupazione post tirocinio è molto inferiore alla media nazionale. Se si osservano i tassi occupazionali per provincia, quella di Siena spicca fra tutte con un tasso pari al 71,4%, seguita dalle province di La Spezia, Biella e Pistoia con un tasso di inserimento maggiore al 60%. Nelle regioni del Sud, dove la domanda di lavoro alle dipendenze è minore, si supera il 20% in provincia di Isernia, il 23,5% in provincia di Crotone, 23,9% a Nuoro e 27,3% a Carbonia Iglesias.
Per condurre questo studio, l’Osservatorio ha analizzato gli esiti dei tirocini a sei mesi dal termine del periodo formativo, verificando il numero e la tipologia dei contratti attivati nel medesimo periodo e i rapporti di lavoro attivati successivamente e con lo stesso datore di lavoro con il quale è stato effettuato lo stage. In questo modo, è stata ricavata un’indicazione attendibile della capacità del tirocinio di favorire l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. Dunque, dei 52.483 tirocini conclusi negli ultimi 4 anni sono state analizzate le attivazioni di contratti subordinati o parasubordinati effettuate nei 180 giorni successivi.