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Inapp: “Italiani favorevoli ad assicurazione europea contro disoccupazione”

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Roma, 10 ago. (Labitalia) – Gli italiani sono favorevoli a una assicurazione europea contro la disoccupazione, una nuova forma di protezione sociale a carico della comunità, e sono disposti anche a pagare più tasse. Emerge da un’indagine dell’Inapp, l’Istituto nazionale di analisi delle politiche pubbliche (ex Isfol). Tra le proposte di nuovi istituti di welfare degli ultimi anni, particolarmente significativa è quella del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan di una assicurazione europea contro la disoccupazione, uno strumento con effetti sia di stabilizzazione del ciclo sia di rilancio dell’idea di un’Europa sociale e solidale.
L’Inapp ha inserito nell’Indagine Plus del 2016 un quesito proprio sul consenso a una proposta di questo tipo (‘In Europa si sta discutendo della possibilità di dare un reddito a chi è senza lavoro o perché l’ha perso o non l’ha trovato. Il costo ricadrebbe sull’intera comunità. Lei è favorevole?’) per capire se il clima è propizio. Ebbene, ben 72 italiani su 100 sono d’accordo.
“In particolare, nel quesito, si è cercato di legare il beneficio a un costo fiscale per chi non è immediatamente coinvolto, in modo da far capire la mutualità implicita dello schema: un nuovo strumento di protezione sociale avrebbe un costo a cui tutti dovrebbero far fronte”, si legge nella nota. Ebbene, anche chiarendo in modo esplicito che più tutele vogliono dire più tasse, gli italiani, spiega l’Inapp, “sono molto propensi a schemi di assicurazione collettiva, consci di come il rischio sia alto e indipendente dal proprio comportamento”.
“Per rendere ancora più chiaro che le tutele hanno un costo, nell’indagine Plus del 2014 -osserva l’Inapp- è stata posta la seguente domanda: ‘Lei preferirebbe avere 50 € in più al mese o, in caso di perdita del lavoro, un reddito di 800 euro?’ Il quesito era dinamico, cioè il contributo era proporzionale alla classe di reddito da lavoro percepito. Il tentativo è di capire il trade-off tra costo individuale certo e tutele collettive eventuali ovvero se la sicurezza è un valore, quanto vale?”.
“Anche in questa formulazione, dove il costo riguarda direttamente la platea ristretta dei soli occupati, il consenso è molto alto (oltre il 65%) e generalizzato con dinamiche coerenti rispetto al rischio di perdita di lavoro/reddito (decrescente per reddito familiare ed età)”, spiega l’Inapp.
“Questo consenso a forme di tutela collettiva -commenta l’Istituto nazionale di analisi delle politiche pubbliche- è ben più ampio di qualsiasi maggioranza di governo. Il disegno dell’intervento, per quanto rilevante, è secondario rispetto alla volontà popolare, che sembra indicare, nel sostegno allo schema paneuropeo, un favore trasversale verso politiche di contrasto alle disuguaglianze”.