Home Nazionale Industria: da Almaviva ad Alitalia, le vertenze che ‘scottano’/Adnkronos (4)

Industria: da Almaviva ad Alitalia, le vertenze che ‘scottano’/Adnkronos (4)

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(AdnKronos) – E poi c’è il caso Ilva. La cessione è entrata nella fase conclusiva. Entro 15 giorni le due cordate in corsa per l’acquisizione dell’Ilva, Arvedi-Jindal e ArcelorMittal-Marcegaglia, dovranno presentare i piani ambientali modificati secondo le osservazioni fatte dagli esperti del Governo e, contestualmente, i piani industriali e le relative offerte economiche. I commissari dovranno individuare l’acquirente definitivo, in attesa delle verifiche dell’Antitrust. In vista di questa scadenza, i sindacati hanno chiesto un tavolo di confronto per non essere messi davanti al fatto compiuto.
Oltre alle grandi vertenze, punta di un iceberg che al Mise vede aperti ben 145 tavoli tra azienda e sindacati, sono poi aperte importanti partite industriali e finanziarie. A cominciare dal caso Mediaset. A dicembre, nel giro di poche sedute di borsa, Vivendi, dalla quota del 3%, arriva a un passo dal 30% del capitale del gruppo televisivo che fa capo alla famiglia Berlusconi e, quindi, a un soffio dall’obbligo di Opa. Il gruppo francese in dieci giorni si è portato al 28,8% del capitale della società di Cologno Monzese e al 29,94% dei diritti di voto. Il 23 dicembre il ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine, è stato ascoltato dalla Consob: “Ho sempre detto che volevamo raggiungere un accordo, ancora lo vogliamo; adesso che siamo secondi azionisti ci sono ancora più ragioni per cui dovremmo trovarlo”, ha detto il top manager ribadendo che il gruppo francese vuole dare vita a un polo europeo anti-Netflix. Sulla vicenda si è soffermato il Premier, Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa di fine anno. Mediaset ”è un gruppo privato che opera in un settore particolarmente importante”, come quello audiovisivo e dell’informazione. Il fatto che questo sia oggetto di una scalata, da parte di Vivendi, ha detto, ” non ci lascia indifferenti” e il Governo ”è vigile dal punto di vista politico”.
Altra partita importante quella delle Fs, che guardano al traguardo dello sbarco in Borsa entro il 2017, forte dei risultati record del 2016 annunciati dall’ad Renato Mazzoncini con utili a 800 milioni e ricavi sopra i 9 miliardi. A settembre Mazzoncini, ha presentato il nuovo piano industriale che punta a fare del gruppo un operatore di mobilità integrata, che vuole accompagnare i viaggiatori dalla porta di casa fino alla loro destinazione. E’ in questo quadro che si apre il cantiere dell’ipo che, tramontata l’opzione di quotare l’intero gruppo, prevede la quotazione delle Frecce, degli intercity e dei servizi a lunga percorrenza di Trenitalia, prevedendo uno spin off di queste attività. La tabella di marcia prevede la chiusura della partita tecnica entro la prima metà del 2017 per poi andare in borsa entro l’anno.