Home Nazionale La psicologa, servono studi su giovanissimi e smartphone

La psicologa, servono studi su giovanissimi e smartphone

0

Roma, 20 apr. (AdnKronos Salute) – La sentenza di Ivrea, che per la prima volta ha riconosciuto un nesso causale tra l’uso prolungato del cellulare e il tumore al cervello, rischia di suscitare allarme fra i genitori di bambini e adolescenti italiani, ormai in simbiosi con lo smartphone. “Ma non è il caso di preoccuparsi troppo: in realtà oggi i giovanissimi non fanno più le telefonate chilometriche di qualche generazione fa, quando ancora si usava il telefono fisso e magari la prolunga: oggi i ragazzi usano soprattutto chat, messaggini su WhatsApp, anche vocali, emoticon, app, specie quelle musicali, e social. Una modalità che dovrebbe limitare eventuali rischi”, dice all’AdnKronos Salute il pediatra di Milano Italo Farnetani, ordinario alla Libera Università Ludes di Malta.
“In questi casi il consiglio è di attenersi all’Organizzazione mondiale della sanità, che – ricorda Farnetani – nel 2011 ha classificato i campi elettromagnetici a radiofrequenza quali “possibili cancerogeni” per l’uomo. In questi anni l’impiego del telefonino si è diffuso in modo incredibile, ma per fortuna non c’è stata un’analoga esplosione di questi tumori. Evidentemente un uso prolungato e continuo per anni sarebbe da evitare, ma in questo caso a preoccupare non sono tanto i ragazzi e i ragazzini col telefonino in mano, impegnati a sentire la musica con gli auricolari o le cuffie ora tanto in voga, quanto gli adulti che spesso sono alle prese con lunghe conversazioni”.
“Certo – interviene Anna Oliverio Ferraris, psicologa, psicoterapeuta e docente di Psicologia dello sviluppo all’Università della Sapienza di Roma – sarebbe utile fare uno studio serio per ‘fotografare’ le abitudini dei ragazzi con il telefonino, al di là di ciò che vediamo tutti i giorni. Ad esempio, sappiamo che in alcuni casi gli insegnanti favoriscono l’uso di questo mezzo per i compiti e questo, insieme alle consultazioni delle chat dei compagni, ne incrementa l’uso. Inoltre magari i ragazzi non fanno lunghe telefonate, ma ne fanno tante brevi. Insomma, sarebbe bene fare una ricerca ad hoc”.
Per Farnetani, comunque, “di sicuro un effetto dannoso per la salute legato alla smartphone-mania c’è: la pigrizia e la mancanza di movimento. Le chat e i social sono una piazza virtuale, ma anche un antidoto al movimento, alle uscite, agli incontri reali. Gli adolescenti si sentono meno soli, e questo è positivo, ma c’è il rischio che si impigriscano chiusi nella loro camera. Ecco, suggerisco ai genitori di monitorare questo aspetto, particolarmente importante nell’età dello sviluppo”, conclude il pediatra.