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Lombardia: Consiglio approva legge su fusione Comuni (2)

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(AdnKronos) – Al testo del progetto di legge sono stati presentati una serie di emendamenti ed un ordine del giorno. Con il voto contrario della Lega Nord sono stati approvati tre emendamenti tecnici a firma del relatore tra cui quelli riferiti alle spese per l’effettuazione dei referendum consultivi comunali e la consultazione per popolazioni non superiori a cinquanta residenti. Respinti due emendamenti a firma Massimiliano Romeo (Lega Nord) che chiedevano che le spese per i referendum consultivi fossero a carico dei Comuni; due del Partito Democratico (primo firmatario Fabio Pizzul) sui termini e le modalità dell’entrata in vigore delle nuove procedure; due soppressivi di alcuni aspetti Roberto Bruni (Patto Civico). Approvato infine un ordine del giorno del Partito Democratico (primo firmatario Fabio Pizzul) per consentire ai Comuni che ad oggi abbiano già formalmente iniziato l’iter di fusione di completare il percorso legislativo entro il 2018, in modo tale da poter eleggere i nuovi Consigli comunali nella tornata amministrativa del 2019.
In fase di dichiarazione di voto Massimiliano Romeo (Lega Nord), ha evidenziato che “la Lega è contraria a fusioni che non è detto portino a risparmi mentre è sempre stata favorevole al principio dell’unione dei servizi tra Comuni. Questa legge l’abbiamo sempre criticata, è sbagliato cancellare l’identità dei territori e delle persone”. A favore della legge si sono dichiarati Roberto Bruni (Patto Civico), Fabio Pizzul (Pd), Annalisa Baroni (Forza Italia) e il consigliere segretario Eugenio Casalino (M5s). Stefano Bruno Galli (Lista Maroni), lasciando libertà di voto ai consiglieri del proprio gruppo, personalmente si è astenuto in quanto “la legge contiene punti interessanti ma i referendum consultivi per le fusioni sono spesso strumentalizzati a livello locale e le unioni sono il catafalco della democrazia”. Voto di astensione anche da parte di Fratelli d’Italia perché “siamo d’accordo con il principio delle fusioni e semplificare è condivisibile – ha detto Riccardo De Corato – ma Regione Lombardia non deve assumersi l’onere dei costi di referendum che tante volte non si sa come vanno a finire”.