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Lombardia: occupati +1,7% nel 2016, sopra livelli pre-crisi

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Milano, 16 mag. (Labitalia) – Lo scorso anno è aumentato il numero degli occupati in Lombardia e nel Milanese. Nella regione rispetto al 2015 si è registrato un incremento dell’1,7% e dell’1,8% nel territorio di Milano, Monza e Lodi, area in cui si concentrano quasi 2 milioni di lavoratori. In particolare è l’occupazione a tempo indeterminato ad aver trainato la crescita: +1,9% a livello nazionale e +2,4% in Lombardia. È quanto emerge dal rapporto annuale realizzato da Assolombarda, Cgil, Cisl e Uil.
Il 2016 fa registrare miglioramenti anche sotto il profilo della disoccupazione, in calo per il secondo anno consecutivo. Milano e la Lombardia fanno meglio del resto del Paese, registrando rispettivamente una flessione del 7,6% e del 4,9% del numero di disoccupati. A livello nazionale, invece, il calo è dello 0,7%.
Il tasso di disoccupazione è sceso in particolare nella fascia di età 15-24 anni: -5,4% a livello nazionale e -6,9% in Lombardia. E considerando la popolazione di pari età, si è ridotto anche il numero dei Neet, i giovani che non lavorano, non studiano o che non sono inseriti in percorsi formativi, con una diminuzione del 7,7% in Italia e dell’11,1% nella regione. L’aumento del numero di occupati nel 2016 ha anche contribuito al recupero dei livelli occupazionali pre-crisi, che però procede a velocità diverse. La Lombardia e Milano hanno già raggiunto e superato il numero di occupati del 2008, mentre l’Italia non ha ancora recuperato il terreno perduto.
Per Mauro Chiassarini, vicepresidente di Assolombarda con delega al Lavoro e all’Occupazione, “ora occorre che un territorio importante come quello costituito dalla città metropolitana di Milano e le province di Monza Brianza e Lodi, dove sono attive 380mila imprese che danno lavoro ad oltre 2 milioni di addetti, recuperi il divario con i motori d’Europa”.
Il lavoro a Milano “mostra segnali di ripresa occupazionale -spiega-Massimo Bonini, segretario generale della Cgil – Camera del Lavoro Metropolitana di Milano- cui non corrisponde un’equivalente incremento della ricchezza e dei redditi. I dati descrivono una realtà a forte vocazione manifatturiera, che la crisi ha rischiato di indebolire senza, tuttavia, smarrire i caratteri originari.
Danilo Galvagni, segretario generale della Cisl Milano Metropoli, sottolinea che “la crisi non ha esaurito i suoi effetti: giovani e over 50 sono quelli che soffrono di più. Per sostenerli nella ricerca di un impiego o di una ricollocazione, bisogna puntare sul potenziamento del canale dell’alternanza scuola-lavoro e delle politiche attive per il lavoro”. E anche il welfare aziendale, conclude Danilo Margaritella, segretario generale della Uil Milano e Lombardia, “è un’occasione importante di contrattazione aziendale e dobbiamo fare in modo che la contrattazione, ancora posizionata sulle medie e grandi aziende diventi più capillare e riguardi anche le piccole e micro imprese”.