(AdnKronos) – Ma le indagini hanno permesso anche di accertare come il clan facesse affari anche con lo spaccio di droga. La sostanza stupefacente arrivava nel Messinese grazie alla collaborazione di alcuni soggetti legati alle famiglie mafiose catanesi, incaricati di rifornire periodicamente il clan di ingenti quantitativi di marjuana da ‘commercializzare’ nelle principali piazze di spaccio dell’hinterland taorminese. L’indagine ha permesso anche di accertare come alcuni degli indagati avessero disponibilità di un consistente quantitativo di armi da fuoco, “necessarie per affermare il controllo criminale nell’area di riferimento” spiegano gli investigatori.
Tra i destinatari della misura cautelare figurano anche due braccianti agricoli recentemente trasferitisi in Germania e nei cui confronti è stato emesso un mandato di arresto europeo cui è stata data esecuzione con la collaborazione delle Autorità di quel Paese, attivate attraverso l’ufficio italiano di cooperazione internazionale.