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Medicina: diabete per 1 donna su 10 nel mondo, Giornata mondiale ‘in rosa’

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Roma, 31 ott. (AdnKronos Salute) – Si colora di rosa la Giornata mondiale del diabete, che si celebra il 14 novembre. Quest’anno i riflettori si accendono sulle donne: nel mondo una su 10 ha il diabete, cioè circa 200 milioni, destinati a diventare, secondo le stime, 313 milioni entro il 2040. La malattia non è affatto ‘dolce’ con il gentil sesso: causando 2,1 milioni di morti l’anno, è al nono posto tra le principali cause di decesso. In Italia le donne con diabete sono circa 2 milioni.
Se le complicanze sono le stesse degli uomini – rischio di perdere la vista per la retinopatia, di amputazioni, di dialisi, di morire per un infarto o per un ictus – il diabete per le donne può significare anche difficoltà a concepire un figlio (e 2 pazienti su 5 sono in età riproduttiva) e le costringe a fare più attenzione delle altre durante la gravidanza, per la loro salute e quella del bambino. Non solo. Evidenze scientifiche raccolte negli ultimi 20 anni dimostrano come il rischio cardiovascolare associato al diabete è maggiore nelle donne, il 44% in più di sviluppare coronaropatie.
I diabetologi, dunque, puntano l’attenzione sulla gestione della malattia ‘in rosa’, ma allo stesso tempo evidenziano quanto la donna può fare contro il diabete. “L’unico vero modo di arrestare il dilagare del diabete di tipo 2 – afferma Enzo Bonora, presidente della Fondazione diabete ricerca, in conferenza stampa per illustrare le iniziative della Società italiana di diabetologia per la Giornata mondiale – è un impegno massiccio delle donne: sono loro che si occupano dei pasti nella maggior parte delle famiglie, loro che possono far cambiare alcune abitudini diffuse e poco salutari, loro che possono promuovere l’attività fisica di figli e nipoti”.
In generale in Italia, secondo i dati Istat 2015, il diabete colpisce il 5,5% dei cittadini: ben 3,3 milioni di persone. Nell’arco degli ultimi 10 anni, la prevalenza del diabete in Italia è cresciuta dal 3,9% al 5,5%. Ma alle statistiche ufficiali va aggiunto un milione di persone che ignorano di avere già la malattia.
Dati allarmanti, ma il diabete resta ancora una patologia dalle conseguenze ampiamente sottostimate, dalla gravità mal percepita, sottolineano gli esperti della Sid. E se la ricerca in Italia in generale ‘piange’, ancor peggio è messa, quanto a risorse, quella sul diabete. “E’ una malattia orfana di attenzioni – evidenzia Bonora – Le Istituzioni pubbliche trascurano la ricerca in questo campo e dai cittadini vengono donati solo 100 mila euro l’anno”. Un millesimo di quanto la generosità degli italiani destina alla ricerca contro il cancro. “Il diabete – ricorda – accorcia ancora mediamente la vita dei pazienti di 5 anni, senza la ricerca non possiamo allungarla”.
Da qui nasce la campagna ‘Sfidiamo il diabete’, realizzata dalla Fondazione diabete ricerca onlus e dalla Sid, con la collaborazione dei supermercati Esselunga per i prossimi sei mesi. L’inziativa, con la possibilità di donare i propri punti spesa, punta appunto a raccogliere fondi per la ricerca indipendente. A partire da un luogo importante per la prevenzione, “perché le sane abitudini di vita a tavola cominciano dal momento in cui si fa la spesa e si scelgono i giusti alimenti.
“Quest’anno – ricorda infine Giorgio Sesti, presidente della Sid – la Giornata mondiale del diabete cade nel trentennale dell’approvazione della Legge 115/87 che ha sancito per la prima volta la necessità di svolgere azioni rivolte alla prevenzione e alla diagnosi precoce della malattia diabetica, al miglioramento delle modalità di cura dei cittadini diabetici, alla prevenzione delle complicanze, alle agevolazioni per l’inserimento dei diabetici nelle attività scolastiche, sportive e lavorative e al reinserimento sociale dei cittadini colpiti da gravi complicanze, al miglioramento dell’educazione sanitaria della persona con diabete e della sua famiglia e all’aggiornamento professionale del personale sanitario addetto ai servizi diabetologici”.
“Grazie al modello assistenziale della Legge 115/87 basato sui team diabetologici – conclude lo specialista – si è potuto gestire efficacemente la malattia con benefici effetti sulle complicanze del diabete, sull’aumento dell’aspettativa di vita e sul miglioramento della qualità di vita”.