Palermo, 27 mar. (AdnKronos) – Aggrappata alla sua bambola preferita, Oumoh si guarda attorno con curiosità. E’ seduta nella sala Vip dell’aeroporto ‘Falcone e Borsellino’ di Palermo, in braccio alla psicologa da cui non si stacca un attimo. Oggi è arrivato il grande giorno. Rivedrà la sua mamma, Zenabou Camara, ma la piccola Omouh, di quattro anni, ancora non lo sa. Non la vede dallo scorso novembre, quando è arrivata a Lampedusa da sola. La mamma era rimasta in Costa d’Avorio per un problema burocratico e aveva lasciato la bimba a una conoscente. Ma al suo ritorno, gli scafisti avevano imbarcato il gruppo di ivoriani, compresa Oumoh, che è così arrivata a Lampedusa. E’ cominciata così la lunga odissea di Zenabou per ritrovare la sua bambina. Tra carte bollate e visti che non arrivavano. Ma oggi è il grande giorno.
Oumoh indossa il vestito delle grandi occasioni, di pizzo rosa e bianco, e non sa ancora che da lì a poco potrà riabbracciare, dopo cinque lunghissimi mesi, la sua mamma. La piccola è tenuta in braccio, a turno, da Marilena Cefalà, del centro di accoglienza di Lampedusa, dalla psicologa Maria Lea Ziino, ma anche dall’ispettrice Maria Volpe, che la abbraccia e si commuove. “Sono emozionata, felice, oggi per me è Pasqua. E’ il regalo più grande che io potessi ricevere”, dice l’ispettrice Maria Volpe che è emozionata e non lo nasconde.