Home Nazionale Palermo: i pusher e gli ammanchi, l’ira del capo ‘Piccioli non ne devono mancare’ (2)

Palermo: i pusher e gli ammanchi, l’ira del capo ‘Piccioli non ne devono mancare’ (2)

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(AdnKronos) – Mazza, però, è deciso a non fare sconti e per compensare il mancato ‘versamento’ di 25 euro pensa di impossessarsi di un cellulare. “Glielo levo io dalle mani!” dice, innescando la reazione di Bonura. Perché il telefono in questione è utilizzato da una bambina. “Ma che min… ci levi il telefono a quella bambina! Tu il telefono a picciridda non glielo devi levare!” dice Bonura, per il quale non sarebbe giusto penalizzare la piccola per la mancanza dell’adulto. “Sto andando a vedere se è a casa, perché le persone non li lascio per corto, mi devono dare pure un euro, me lo devono dare! Perché se li avanzano da me, vengono dietro la porta!” dice ancora Mazza.
Gli ammanchi nelle casse non erano poi così infrequenti. Anche Bonura, infatti, attacca Catanzaro e gli chiede conto di 50 euro, probabilmente il ricavato delle vendita di droga e la somma corrispondente a dosi che ha tenuto per uso personale, che non avrebbe ancora corrisposto. “Nute’ (Catanzaro, ndr) tu i cinquanta euro del fumo (hashish, ndr) quando me li devi dare?!” dice Bonura. Il denaro resta il chiodo fisso di Mazza. Che oltre agli ammanchi dalle casse dell’organizzazione si lamenta anche delle ‘perdite’ legate agli arresti. Sotto accusa c’è l’atteggiamento approssimativo dei pusher, ai quali rimprovera scarsa attenzione ed una certa negligenza nell’affrontare il lavoro, tanto da cadere puntualmente nella rete delle forze dell’ordine.