Home Nazionale Pd: rush finale congresso, ultime scintille tra candidati/Adnkronos

Pd: rush finale congresso, ultime scintille tra candidati/Adnkronos

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Roma, 23 apr. (AdnKronos) – Un punto di riavvicinamento tra i tre candidati alla segreteria del Pd arriva a una manciata di giorni dalle primarie di domenica prossima. Il terreno è quello della legge elettorale. Via i capilista bloccati, sì ai collegi uninominali. E’ uno dei punti della proposta di legge elettorale avanzata dal Pd in commissione Affari costituzionali. Una proposta che arriva dal Pd renziano e che va incontro alle richieste di Andrea Orlando e Michele Emiliano che dell’eliminazione dei capilista bloccati hanno fatto una delle bandiere della campagna congressuale.
Certo, restano le distanze sul resto della legge elettorale a partire dal premio alla lista avanzato dei renziani. Gli altri vedrebbero meglio il premio alla coalizione visto l’esplicito richiamo alla ricostruzione di un centrosinistra largo, in particolare da parte del Guardasigilli. Così come restano le diversità su ruolo, collocazione, organizzazione del Pd. E su come esercitare la leadership, soprattutto. La diversità più macroscopica nella sfida per la segreteria dem tra Matteo Renzi, Michele Emiliano e Andrea Orlando sta proprio nella concezione del leader. Va separato il ruolo di segretario e candidato premier per il governatore pugliese e il ministro della Giustizia. Il principio del leader forte non si tocca per l’ex-premier. Tutto messo nero su bianco nelle mozioni congressuali.
Due mondi diversi e due modi antitetici di intendere la leadership. Ma anche un’arma polemica nei confronti di Renzi: Orlando in questa campagna congressuale ha rivendicato più volte la necessità di un “segretario a tempo pieno” perchè “un partito assorbito dal governo” è stata una della cause della sconfitta del 4 dicembre. Emiliano, poi, lo ha scritto anche nella sua mozione attaccando la “visione ipertrofica dell’io solo al comando, l’io ipertrofico”. Per Renzi al contrario, con sfumature magari meno nette del passato, la concezione del leader forte resta “un principio essenziale”. Sì, c’è Maurizio Martina in ticket, c’è la volontà di dare più spazio i 40enni, esplicitata al Lingotto e concretizzata nella scelta di Matteo Richetti a portavoce della mozione, ma lo schema non si cambia.