Home Nazionale Pd: Ruzzante, lascio il partito, è una scelta sofferta (3)

Pd: Ruzzante, lascio il partito, è una scelta sofferta (3)

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(AdnKronos) – (Adnkronos) – “Mi chiedo – osserva il consigliere della minoranza – se non è questo il tempo per cambiare, allora quando arriverà il momento giusto? Siamo in una fase di ripiegamento della globalizzazione: un fatto enorme. Ma il Partito Democratico sembra insistere su ricette pensate in un’altra fase storica e da altre culture politiche, precarizzando il lavoro e abbassando in modo non progressivo le tasse (come nel caso dell’Imu, cancellata anche per i ricchi). La Sinistra ha ceduto culturalmente: il sindacato visto come nemico, i nostri riferimenti sociali (mondo della scuola, lavoro pubblico, lavoro dipendente) trattati come privilegiati, le periferie non più frequentate e sostituite dai salotti buoni dei centri storici, le uniche realtà urbane dove sono cresciuti i voti”.
“Tante persone, tanti compagni hanno smesso di guardarci come una speranza. Uno straordinario patrimonio di impegno, di passione, di valori è stato indebolito, quando non disperso. La grande maggioranza dei giovani non vede più nel Pd uno strumento di lotta per una società più giusta. La questione, a questo punto, non è scegliere se scinderci o meno dal Partito che abbiamo contribuito a fondare. La questione, piuttosto, è raggiungere quei compagni e insieme a loro cercare gli strumenti per dare una nuova rappresentanza alle fasce più deboli della società, a chi da solo non ce la fa, alle ragazze e ai ragazzi che desiderano costruire una società che liberi la loro energia”, sottolinea.
“Mi fermo qui – afferma Ruzzante – e vado a riconnettermi con il mio popolo. Assieme a tanti altri, abbiamo una fretta diversa rispetto a chi cerca solo di rafforzare la propria leadership. La nostra è la fretta di chi non vuole più lasciare libera la Destra a fingere di occuparsi dei più deboli, strumentalizzandone le paure contro altri deboli, dato che, solo per fare un esempio, gli immigrati che scappano dalla fame e dalla guerra andrebbero integrati da un Paese ormai al collasso demografico; è la fretta di chi vuole rendere davvero ampio un campo aperto, in cui tutti quelli che hanno voglia di battersi per un modello di sviluppo diverso possano veramente esprimersi e riscoprire motivi di passione e di impegno. La fretta di chi è stanco di vedere il centrosinistra afono, incapace di dire qualcosa a chi non ce la fa, se non invocare il debito pubblico per giustificare i tagli allo Stato sociale e le regole del mercato per spiegare i licenziamenti”.