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Pediatria: 6 mln siriani sotto bombe, progetto contro disturbi post-trauma

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Roma, 26 apr. (AdnKronos Salute) – Quasi 6 milioni di bambini in Siria vivono sotto i bombardamenti, 3 milioni sono cresciuti vedendo solo la guerra. I dati dell’Unhcr evidenziano la necessità di un intervento mirato rivolto ai piccoli siriani colpiti da disturbi post traumatici da stress e questo è l’obiettivo del progetto di collaborazione tra Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma e Fondazione Giovanni Paolo II, presentato oggi al convegno ‘Siria – I bambini e la guerra. Le ferite nascoste’.
Due bambini su tre dicono di aver perso qualcuno che amavano, la loro casa è stata bombardata o sono rimasti feriti a causa del conflitto. Uno stress enorme e il 50% degli adulti denuncia che gli adolescenti per affrontarlo ormai fanno uso di droghe. Le violenze domestiche sono aumentate e il 59% degli intervistati conosce bambini e ragazzi reclutati nei gruppi armati, alcuni anche sotto i 7 anni.
E ancora, secondo l’81% degli adulti intervistati, i bambini sono diventati più aggressivi, sia nei confronti dei genitori e dei familiari, che degli amici. Sono tantissimi i piccoli che soffrono di minzione involontaria e di frequente enuresi notturna (lo riferisce il 71% degli adulti) e quelli che la notte non riescono a dormire per gli incubi, la paura del buio, dei bombardamenti, della perdita della famiglia. La metà degli adulti intervistati – fonte Save the Children – denuncia che i bambini non riescono più a parlare e sono molti anche quelli che commettono atti di autolesionismo, che sfociano spesso in tentativi di suicidio. Un carico enorme, dopo 6 anni di guerra che hanno lasciato moltissime ferite e fratture evidenti, quelle del corpo, ma altrettante nascoste, come i disturbi della sfera psichica.
I contesti di guerra – sottolineano gli esperti – espongono i bambini a stress multipli, con un’iperproduzione di cortisolo come risposta, che può causare psicopatologie. E’ possibile, però, la reversibilità di questo meccanismo, a patto che si attui un intervento il più possibile precoce sulla reazione al trauma.
Scopo del progetto promosso dal Bambino Gesù e dalla Fondazione Giovanni Paolo II, della durata di 3 anni, è quello di aumentare le protezioni individuali e ambientali dei bambini siriani e ridurre gli effetti a breve e lungo termine dello stress su un piano emozionale, cognitivo, psicopatologico, comportamentale. Verrano formati sul campo operatori, per fornire strumenti che aiutino il riconoscimento e la diagnosi dei disturbi post traumatici da stress e stress correlati e disturbi psicopatologici franchi e subclinici.
Verranno proposte strategie di intervento e trattamento psicoeducativo ai bambini e agli operatori. Si aiuteranno i bambini a entrare in contatto con le proprie emozioni, paure e pensieri per poterli accompagnare nel processo di elaborazione del trauma. Verranno pianificate attività strutturate in sessioni come il laboratorio delle emozioni per favorire l’alfabetizzazione emotiva (con l’utilizzo di tecniche cognitivo-comportamentali). Saranno inoltre realizzati spazi ludici per facilitare l’espressione delle emozioni e le relazioni positive (di fiducia e di vicinanza).
Il Dipartimento di neuroscienze del Bambino Gesù, in particolare la Neuropsichiatria infantile, da anni si occupa di maltrattamento e abuso sui minori con équipe specializzate. Si è occupata anche della valutazione dei disturbi post traumatici nei bambini dopo il terremoto dell’Aquila del 2009.
La Fondazione Giovanni Paolo II è presente in Libano dal 2006. Dal 2012 è impegnata a fornire aiuto ai profughi siriani, in particolare ai bambini, con un programma educativo. In collaborazione con diverse associazioni libanesi, la Fondazione riesce a svolgere assistenza educativa a centinaia di piccoli profughi, sia siriani, sia iracheni.