Home Nazionale Pediatria: la storia, a 1 anno da trauma cervello torna a riconoscere la mamma

Pediatria: la storia, a 1 anno da trauma cervello torna a riconoscere la mamma

0

Roma, 12 gen. (AdnKronos Salute) – Dopo un gravissimo incidente e un trauma cranico che gli aveva provocato un grave danno cerebrale, la diagnosi per Giovanni, un bambino di tre anni, sembrava senza appello: tetraparesi spastica. “Ma con una mirata riabilitazione, oggi riesce a riconoscere il volto di sua madre. Giovanni orienta gli occhi, controlla la testa e ricerca il contatto fisico con le persone care”, fanno sapere dal Serafico di Assisi, centro di riabilitazione all’avanguardia.
Il bambino non appena vede la mamma sorride, mentre prima era “incapace di seguire con lo sguardo gli stimoli visivi”, aveva una mancanza del controllo del capo, e accennava saltuariamente solo piccoli movimenti degli arti superiori non finalizzati; spesso dormiva e non era risvegliabile neanche se stimolato. Oggi le sue condizioni di salute restano gravi, ma i progressi in questi 12 mesi lasciano ben sperare e riempiono il cuore dei suoi genitori e degli operatori dell’Istituto di Assisi. “Solo una mamma può capire cosa posso aver provato nell’attimo in cui mio figlio è tornato a riconoscermi. Non ci sono parole, certe emozioni si vivono e si conservano nel cuore per sempre”, racconta la madre di Giovanni. “La strada davanti a noi resta in salita e piena di curve, ma oggi la percorriamo” senza paura.
Il bimbo, se stimolato verbalmente, gira anche la testa verso la fonte delle parole. Oltre alla ripresa della capacità di controllo del capo, riesce a eseguire movimenti degli arti spontanei e su richiesta. A questi progressi motori si accompagna anche un graduale miglioramento dello stato di coscienza, della capacità di riconoscimento delle voci, della modulazione delle emozioni e della capacità di ricercare il contatto delle persone. “Il sorriso di Giovanni alla mamma non è la risposta generica ad un’interazione sociale, in quel momento lui riconosce davanti a sé una persona significativa e manifesta la sua gioia con un sorriso”, spiega Miguel, un educatore del Serafico.
“Al suo arrivo al centro, è stato delineato un progetto personalizzato, inizialmente incentrato soprattutto su un lavoro di maternage e stimolazioni corporee basali, finalizzate a favorire la relazione terapeutica e l’interazione con l’ambiente”, riferisce Sandro Elisei, direttore sanitario del Serafico. “Successivamente – aggiunge – sono stati attivati percorsi riabilitativi-abilitativi quotidiani dell’area motoria per il potenziamento, in particolare, delle abilità oculo motorie di base, dell’attenzione visiva, dell’inseguimento dello sguardo e dell’orientamento del capo verso l’oggetto proposto”. Contemporaneamente Giovanni ha seguito percorsi dell’area sensoriale con pluristimolazioni corporee e un percorso di musicoterapia, per facilitare le risposte motorie spontanee.