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Progetto Massere, genitori proteggano ragazzi da cyberbullismo

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Milano, 21 ago. (Labitalia) – “I genitori proteggano ragazzi dal cyberbullismo”. Lo dice, in un’intervista a Labitalia, Andrea Massa, responsabile di ‘Progetto Massere-Sicurezza dei minori sul web’, organizzazione di Seveso, nell’hinterland milanese, che appronta corsi di formazione sui pericoli del web per alunni, genitori e insegnanti nelle scuole, in collaborazione con l’Internet Service Provider Uli-Utility line Italia.
“Lo scorso giugno -ricorda- è stata pubblicata la legge del 29 maggio 2017 numero 71 recante ‘Disposizioni a tutela dei minori per la prevenzione e il contrasto del fenomeno del cyberbullismo’. Abbiamo finalmente la legge, ma bisogna andare in profondità per capire meglio il fenomeno e tutti quei pericoli a esso correlati”.
“Secondo una ricerca -chiarisce- da noi condotta dal 2010 ad oggi su un campione di 2.300 tra ragazze e ragazzi tra i 10 e i 15 anni di età nelle scuole medie e superiori di alcuni Comuni in Provincia di Monza e della Brianza, la maggioranza dei ragazzi riceve il loro primo cellulare tra i 10 e i 12 anni (lo smartphone è diventato il classico regalo della Prima Comunione mentre fino a qualche anno fa lo era della Cresima). Una tendenza in crescita”.
“I ragazzi -ammette- sono sempre più connessi. Lo erano l’8% nel 2010, il 67% nel 2013, il 98% degli intervistati nel 2016 afferma di disporre di connessione 24 ore su 24. Predomina ed è in crescita l’utilizzo dello smartphone utilizzato dal 2% nel 2010, dal 42% nel 2013, dal 62% degli intervistati nel 2016 al 76% del 2017”.
“Tendenza inversa -spiega- a quella di pc-notebook, impiegato dal 93% nel 2010, dal 43% nel 2013, dal 19% nel 2016 e dal 12% nel 2017. La maggior parte degli accessi a Internet passa da smartphone (i ragazzi affermano per comodità, privacy, multifunzionalità), quasi nessuno utilizza il pc, ma lo sostituisce con device di nuova generazione come console e tv multimediali”.
“Lo smartphone -avverte- è diventato il miglior amico, rimane sempre acceso, anche di notte, appoggiato sul comodino per rispondere alle notifiche social”.
“I social più diffusi -ricorda Andrea Massa- rimangono WhatsApp, Instagram e Facebook. La diffusione di 3G/4G e il miglioramento delle ottiche di fotografia sugli smartphone hanno portato al sorpasso di Instagram nei confronti di Facebook. WhatsApp è il canale di comunicazione più usato dai ragazzi. Tra i social più in relazione al cyberbullismo c’è Ask.fm, nato nel 2010 e basato sul meccanismo della domanda-risposta dove è possibile rimanere anonimi. L’anonimato è l’habitat perfetto per far cresce gli haters”.
“I ragazzi -sottolinea- affermano di non sentire loro le regole, mentre il 90% dei genitori afferma di darle con puntualità. Un ragazzo su due sostiene di avere imparato a usare Internet da solo, anche se negli ultimi anni, grazie a una lieve diminuzione del gap digitale, i genitori sono il riferimento per il 25% degli intervistati”.
“In base alle nostre previsioni -continua- nei prossimi anni la consuetudine diffusa, l’educazione e la consapevolezza con lo strumento Internet a tutti i livelli della società, determineranno una sempre maggiore richiesta di garanzie e tutela della privacy in particolare da parte dei giovani stessi”.
“Abbiamo riscontrato -sostiene- casi di cyberbullismo, sexting e selfie estremi, proprio per questo motivo ho deciso negli anni di ampliare lo staff del ‘Progetto Massere’ includendo due psicologhe cliniche: Stefania Sedini e Nicole Ventura e un esperto legale: Matteo Meroni. Alcuni genitori segnalano episodi di vamping e nomofobia, ossia la paura di rimanere disconnessi. Noi consigliamo di approfondire, conoscere il mondo di Internet e capire come i ragazzi vivono la propria crescita e identità passando attraverso le dinamiche dei social”.
“E’ importante -avverte- che i genitori abbiano gli strumenti per osservare e chiedere ai figli che cosa fanno. Devono anche a volte saper dire di no”.
Porre delle regole “per esempio impedire il vamping, il fenomeno per cui i ragazzi tengono il cellulare acceso a fianco del letto quando vanno a dormire. Vigilare sui cambiamenti di umore o chiusure che possono essere segnali di cyberbullismo o sexting, ossia adescamento di tipo sessuale”.
“Internet rimane comunque un’opportunità -afferma Andrea Massa- è uno strumento di progresso, ma è necessario un uso consapevole, atteggiamento difficile per un adolescente. Oggi la dipendenza da smartphone e Internet (Internet addiction disorder) è una patologia classificata al pari di alcolismo e tossicodipendenza”.
“I dati delle procure -osserva- indicano che i minori sono i principali protagonisti di reati online, sia come vittime che come autori spesso inconsapevoli: detenzione e diffusione di materiale pedopornografico, ma anche stalking, diffamazione, ingiurie e minacce”.
“Al fine di aiutare -suggerisce- genitori, docenti e gli stessi alunni abbiamo realizzato un sito web www.massere.it, una pagina Facebook: www.facebook.com/sicurezzaminorisuinternet e un profilo Instagram: @sicurezzasulweb”.