Home Nazionale Sanità: avvelenamento da tallio, in una tisana risposta al giallo

Sanità: avvelenamento da tallio, in una tisana risposta al giallo

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Milano, 5 dic. (AdnKronos Salute) – Una tisana al veleno. E’ in un preparato casalingo di erbe sfuse che potrebbe nascondersi la soluzione al giallo delle intossicazioni da tallio che in Brianza ha causato la morte di 3 persone (Patrizia Del Zotto e i genitori Giovanni Battista Del Zotto e Gioia Maria Pittana), con diverse altre finite in ospedale, tutte residenti a Nova Milanese (Monza Brianza) e imparentate fra loro.
In uno dei campioni prelevati dall’Ats della Brianza su richiesta dell’autorità giudiziaria dopo il ricovero degli ultimi 2 intossicati (gli ottantenni Alessio Palma e Maria Lina Pedon, suoceri di Domenico Del Zotto, fratello e figlio dei 3 deceduti), il Laboratorio chimico dell’Istituto zooprofilattico sperimentale di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta ha scoperto livelli di tallio “più di 100 volte superiori alla dose considerata tossica”. Lo spiega all’AdnKronos Salute Maria Caramelli, direttrice dello Zooprofilattico.
“Su 74 campioni che ci hanno inviato al momento – riferisce Caramelli – il nostro Laboratorio chimico diretto da Cesarina Abete ha concluso l’analisi su circa 50”. Si tratta dei “prodotti più svariati”, sottolinea l’esperta che “solo per fare degli esempi” cita alimenti quali “radicchio, mele, kiwi, polpette, sughi, pesto, marmellata, zuppa d’orzo, crackers. Mentre finora in tutti i campioni avevamo trovato livelli di tallio infinitamente al di sotto rispetto alla dose ritenuta tossica, fissata dall’Epa-Agenzia americana per la protezione dell’ambiente sull’acqua e pari a 0,002 milligrammi/litro, in questo campione i livelli di tallio sono di 0,37 mg/l: oltre 100 volte sopra la dose tossica”.
“Si tratta di erbe sfuse per tisane casalinghe, spezzettate artigianalmente in un sacchetto”, le descrive Caramelli. Ma simili livelli di tallio si possono trovare come contaminanti in natura? “Non è possibile”, assicura la specialista. “Dosi così elevate” si potrebbero trovare in “topicidi o insetticidi”, prodotti “facilmente reperibili in Rete”, aggiunge Caramelli. “Faremo le analisi anche sugli altri campioni ancora da esaminare”, conclude l’esperta che non esclude l’arrivo di “altro materiale ancora”.
Dall’Ats della Brianza confermano l’effettuazione di “campionamenti secondo le procedure previste, su richiesta dell’autorità giudiziaria. I campioni prelevati sono stati poi inviati per le analisi al laboratorio dello Zooprofilattico di Torino – dicono dall’Agenzia per la tutela della salute – e i referti delle analisi stesse da loro svolte sono stati trasmessi all’autorità giudiziaria”.