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Sanità: Fimp-Anter, pediatri nuove ‘sentinelle dell’ambiente’

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Roma, 15 mar. (AdnKronos Salute) – Pediatri ‘sentinelle dell’ambiente’ per proteggere i bambini da inquinamento, cibo, sole e tablet. La Federazione italiana medici pediatri (Fimp) ha siglato un protocollo d’intesa con l’Anter, Associazione no profit che promuove e tutela le energie rinnovabili, per tutelare i piccoli dai danni provocati non solo dall’aria che respirano dentro e fuori casa, ma anche da ciò che mangiano, dai raggi del sole e dall’uso eccessivo dei dispositivi elettronici come cellulari e tablet.
“Per la prima volta in Italia viene realizzato un progetto per studiare l’influenza dell’ambiente sulla crescita del bambino – afferma Giampietro Chiamenti, presidente Fimp – Il protocollo ha la finalità di promuovere formazione e informazione e di coinvolgere le istituzioni sui danni dell’inquinamento ambientale nello sviluppo dei bambini. Vogliamo sensibilizzare i genitori sui fattori di rischio ambientali insegnando le regole della prevenzione. Ogni pediatra di famiglia ha in cura in media 900 bambini, questo si traduce nella possibilità di raggiunge migliaia di famiglie e milioni di cittadini”.
Tra le iniziative la distribuzione di un poster negli ambulatori dei pediatri, corsi di formazione, lezioni nelle scuole, eventi nelle piazze, questionari per i genitori e opuscoli. “Sono molto orgogliosa dell’obiettivo raggiunto – sottolinea Stefania Russo, componente del comitato scientifico Anter, pediatra di famiglia e referente Fimp per i rapporti con il Miur – E’ necessario puntare su programmi integrati che portino a migliorare la qualità della vita dei nostri figli. Questo protocollo è la risposta concreta all’impegno attivo per non rimanere fermi alle indicazioni teoriche delle istituzioni, operando insieme per un mondo migliore”.
Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità – riferisce la Fimp in una nota – più del 33% delle malattie nei bambini al di sotto dei 5 anni è dovuto a fattori ambientali. Prevenire l’esposizione a questi fattori di rischio salverebbe nel mondo circa 4 milioni di vite all’anno solo fra i piccoli, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.
“In Italia non sono disponibili dati epidemiologici certi – osserva Maria Grazia Sapia, referente nazionale Fimp per l’Ambiente e componente del comitato scientifico Anter – Per questo tra gli obiettivi di questa intesa c’è l’istituzione di un vero e proprio registro delle malattie provocate dall’ambiente nei neonati, nei bambini e negli adolescenti. Questi dati saranno messi a disposizione dei cittadini, delle istituzioni e della comunità scientifica. Ad esempio, in alcune Regioni del nord le patologie respiratorie fra i piccoli sono aumentate negli ultimi 10 anni tra il 5% e il 15%. Ma è sufficiente un incremento del 2% per allertare i clinici e indurli a mettere in atto misure preventive”.
“L’ambiente – prosegue Sapia – influisce sul genoma e, già nel corso della gravidanza, il corredo genetico dei feti può essere contaminato da elementi inquinanti che la madre assorbe attraverso il cibo ingerito e trasmette al feto stesso. Le sostanze più nocive sono i pesticidi, contenuti negli alimenti. Seguono i metalli pesanti, presenti nelle città, e i cosiddetti interferenti endocrini, in grado di alterare il sistema endocrino e di influenzare negativamente diverse funzioni vitali”.
“Asma e allergie sono alcune delle patologie più influenzate dall’inquinamento e oggi si osservano tutto l’anno, non solo in primavera come in passato – conclude il medico – E sono sempre più gravi i danni visivi e comportamentali legati all’abuso dei dispositivi elettronici e del computer. In alcuni casi i bambini hanno sviluppato forme di vera e propria dipendenza da questi apparecchi come gli adulti. È importante che i genitori riconoscano i campanelli d’allarme per intervenire tempestivamente con il supporto psicologico. L’abuso dei cellulari può causare perdita di concentrazione, difficoltà di apprendimento e aggressività. In alcuni Paesi come la Danimarca è vietato l’utilizzo degli smartphone negli under 12, anche l’Italia dovrebbe introdurre una norma di questo tipo per tutelare i piccoli”.