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Sanità: la psicologa, dopo una violenza aumenta rischio suicidio

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Roma, 19 set. (AdnKronos Salute) – Cosa accade alla psiche di una donna violata? “Diversi studi internazionali hanno concentrato la loro ricerca rispetto alla risposta psichica delle donne che hanno subito violenza sessuale. I risultati hanno dimostrato che nei primi 12 mesi successivi all’abuso sessuale le donne hanno un rischio 26 volte superiore di suicidarsi”. Lo spiega Paola Vinciguerra, presidente Eurodap (Associazione europea attacchi di panico), analizzando il tema dopo l’ultima violenza ai danni di una donna medico, a Catania.
Non solo. “Secondo l’Oms, Organizzazione mondiale della sanità – sottolinea la psicologa – una percentuale di vittime che va dal 44 al 59% sviluppa disturbi depressivi o abuso di alcol, possibili patologie ginecologiche (legate anche ai traumi fisici), disturbi della sfera sessuale, disturbi alimentari (anoressia, bulimia), autolesionismo e difficoltà a gestire i figli. Dopo la violenza, insomma, nella vita di una donna cambia tutto. Il trauma è devastante perché va a ledere la struttura del proprio sé. Sicuramente nessuna ne esce indenne essendo la violenza un’invasione della sfera intima, profonda dell’individuo. La sensazione è di violazione del proprio essere, l’integrità del nostro nucleo di stabilità rischia di essere sgretolato, recando risposte disfunzionali a vari livelli”.
Il periodo subito dopo la violenza “è cateterizzato da un disturbo acuto da stress, che se non trattato – avverte Vinciguerra – si trasforma, nella maggior parte dei casi, in un disturbo post-traumatico da stress. Altro grave rischio per le vittime è quello di doversi giustificare, come se fossero state loro la causa della violenza subita. Nella maggior parte dei casi, infatti, non vengono credute, viene minimizzata la gravità dell’accaduto o comunque vengono in parte responsabilizzate per ciò che è successo loro”.
“Tutto questo ha l’effetto di un secondo trauma – prosegue l’esperta – Coloro che subiscono una violenza necessitano esattamente dell’opposto. Hanno bisogno di sentire di potersi affidare ad un terapeuta che sia in grado di sostenerle ed aiutarle nel difficile percorso di elaborazione del trauma. La ricostruzione della fiducia in sé e negli altri è sicuramente la parte più difficile e dolorosa ed è per questo che spesso è consigliabile anche il coinvolgimento dei familiari. Restaurare un clima di serenità in cui regna il rispetto reciproco e la fiducia nell’altro è il primo passo per poter tornare alla normalità”, conclude la psicoterapeuta.