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Sanità: soli e pieni di paura, nasce gruppo Medici della notte

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Roma, 17 nov. (AdnKronos Salute) – Soli e spesso pieni di paura. Così lavorano i medici della notte, meglio conosciuti come ‘guardie mediche’, ma che non sembrano aver accesso al diritto dell’autotutela. Medici di guardia, senza nessuno che faccia la guardia per loro. “Siamo soli, e abbiamo paura, moltissima”, dice Caterina Rotunno, dottoressa dell’Asl di Bari, che ha dato vita al neonato gruppo Medici della notte, raccontando la sua esperienza e quella di molte colleghe, che vivono ormai il turno come una sfida con se stesse.
Spesso, prosegue Rotunno, “le loro parole sono interpretate, come se ci fosse un’idea di pericolo sovradeterminata. Come se fosse interpretabile un medico che dice: ‘Sono in pericolo ho bisogno di aiuto, di sicurezza. Ho bisogno di poter lavorare in serenità, per me e per i miei pazienti’. Come se una donna che subisce violenza, anche solo verbale, o situazioni più gravi come è il caso dello stalking, fosse un fatto da interpretare. La violenza invece è un fatto e basta. Inaccettabile e indeclinabile”, sottolinea.
Il gruppo ‘Medici della notte’ su Facebook raccoglie testimonianze, riflessioni, immagini in presa diretta e richieste di aiuto. E’ un network di medici, che hanno deciso di fare rete tra loro e cercano, da soli, di mettere in atto azioni di tutela. “Le istituzioni ci hanno abbandonato e spesso sembra quasi che la nostra sia una richiesta eccessiva. C’è un esercito di familiari che si è mobilitato per aiutarci. I nostri padri, mariti, fratelli e amici. Oltre non c’è nulla”, denuncia Rotunno.