Home Nazionale Scaperrotta: “Crescita continua per il lavoro in somministrazione”

Scaperrotta: “Crescita continua per il lavoro in somministrazione”

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Roma, 27 set. (Labitalia) – Il lavoro in somministrazione è in costante crescita e dal 1997, anno in cui l’allora ministro del Lavoro, Tiziano Treu, autorizzò anche nel nostro Paese il ricorso al lavoro interinale (peraltro già presente da almeno 30 anni in Europa), di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Sdoganato dall’immagine di ‘sfruttamento’ e di precarietà, oggi il lavoro in somministrazione ha cambiato pelle e, grazie anche ai cambiamenti introdotti nel tempo (in primis il decreto attuativo della legge Biagi, il 276/03), si sta assestando su una delle forme di ‘flexicurity’, di flessibilità protetta, più regolamentate del nostro Paese.
“Il momento è sicuramente molto buono per quello che riguarda il nostro lavoro”, conferma a Labitalia Gianni Scaperrotta, direttore generale di Articolo1 e Idea Lavoro, che con le loro filiali sono presenti su tutto il territorio nazionale. A febbraio 2016 Idea Lavoro ha acquisito Articolo1, e oggi occupa più di 4.000 lavoratori, di cui 800 (il 20%) a tempo indeterminato.
“Come attestano gli ultimi dati di Assolavoro -spiega Scaperrotta- in Italia oggi l’incidenza dei lavoratori in somministrazione rispetto agli occupati dipendenti è del 2,2% ed è in costante crescita. Questo dimostra che, nonostante le varie difficoltà incontrate negli anni, le agenzie per il lavoro in questi venti anni hanno saputo affermarsi come partner strategici delle imprese, e spesso come garanzia di qualità”.
I numeri sono importanti. “In questi 20 anni -ricorda ancora il dg di Articolo1- sono stati 8 milioni i lavoratori somministrati. Nel 2016 sono stati mediamente 378mila al mese con una crescita del 9% rispetto al 2015. Nel giugno di quest’anno è stato raggiunto il picco storico dei 494.596, con una crescita del 25% rispetto a giugno 2016. E il mercato è costantemente in crescita”. Non solo. L’aumento è stato anche qualitativo: “I dati Ebitemp (l’Ente bilaterale per il lavoro temporaneo, ndr) dicono che le retribuzioni sono aumentate del 25% – aggiunge – e consideriamo, inoltre, che la quota di lavoratori assunti con contratto di somministrazione a tempo indeterminato sfiora il 13%”.
Insomma, quello del lavoro in somministrazione è un settore che è cresciuto molto e che ha accompagnato l’evoluzione di aziende e lavoratori. “All’inizio, è vero, c’era molta diffidenza, poi però -osserva Scaperrotta- le aziende hanno premiato la flexicurity perché noi per legge dobbiamo rispettare certe regole e poi, altro fattore importante, ci sono enti bilaterali positivi presi a modello anche in Europa”.
Ebitemp, ad esempio, cita il dg, “eroga un miniwelfare per i lavoratori in somministrazione: tutti possono chiedere dei piccoli prestiti a tassi agevolati, il rimborso delle spese sanitarie e anche il rimborso del biglietto dell’autobus per andare da casa al lavoro”. C’è poi Formatemp, fondo per la formazione e il sostegno ai lavoratori in difficoltà, “che nel 2016 -ricorda Scaperrotta- ha erogato 33.000 corsi di formazione per oltre 230.000 persone, per un totale di circa 180 milioni di euro di formazione”.
“Questi due enti hanno lavorato molto per far crescere il settore perché oggi anche i lavoratori in somministrazione sono protetti e vale la pena di ricordare che più di 40.000 persone sono a tempo indeterminato. Solo noi in Articolo1 ne abbiamo più di 800: cerchiamo sempre di stabilizzare persone valide e mandare dal cliente il lavoratore migliore”, sostiene Scaperrotta.
Il sistema italiano, che comprende oltre la formazione anche le politiche attive e con Formatemp quelle passive, “è un sistema che oggi funziona e preso a modello anche dai nostri colleghi europei”, dice.
Scaperrotta è musicista e, non a caso, ha lanciato in azienda un nuovo progetto legato alle persone: ‘Azienda in jazz’. “Mi ha illuminato leggere il libro di Erika Leonardi che si chiama proprio così. Nel libro ho trovato molte cose che comunque pensiamo come gruppo. Infatti, l’impresa è come un’orchestra: ognuno suona uno strumento diverso, ma alla fine esce l’armonia. E noi abbiamo lavorato molto sulle persone, sulla valutazione, sulla motivazione, sulla riqualificazione e sul fatto che oggi il parametro di un’azienda è la qualità delle persone che vi lavorano. Quindi, bisogna farle crescere, bisogna alimentare il talento la creatività. Questo per noi è il successo più grande”, aggiunge.
Articolo1, agenzia 100% made in Italy, cerca di distinguersi dalle molte multinazionali presenti nel settore in Italia soprattutto “cercando di creare con il cliente un rapporto servizio consulenziale, e cerchiamo per questo di formare le nostre persone e portarle a essere consulenti a 360 gradi”, sottolinea.
“‘Azienda in Jazz’ è un progetto destinato in primis alla nostra struttura, perché oggi nelle aziende non ci sono più organizzazioni verticali, ma orizzontali. Oggi i manager devono essere dei coordinatori, degli ispiratori e diventare punti di riferimento per la squadra: oggi la squadra è fondamentale”, afferma Scaperrotta.
“In questo c’è molta affinità -spiega- tra un’azienda e un’orchestra jazz: perché un’orchestra jazz ha una partitura e un’azienda una procedura, in orchestra jazz comunque c’è un lavoro di gruppo, devi ascoltare e integrarti, così come, in un’azienda, se non c’è il lavoro di squadra non vai da nessuna parte. Ma la cosa più importante è che nell’orchestra jazz c’è l’improvvisazione, quindi l’individuo ci mette del suo. In un’azienda è lo stesso: se non facciamo salire la qualità delle persone, si diventa un’azienda come tante. Invece oggi l’azienda virtuosa è quella che mette al centro le persone e le persone devono dire all’interno di un’organizzazione quello che pensano e come vedono il business”, conclude.