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Treviso, medici rientrano in servizio per salvare un paziente

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Treviso, 17 ago. (AdnKronos Salute) – Una vera e propria corsa contro il tempo per salvare la vita di un 45enne si è conclusa nel migliore dei modi, grazie al pronto intervento di due chirurghi rientrati spontaneamente e tempestivamente in ospedale. Lo racconta l’ospedale Ca’ Foncello di Treviso, dove un uomo è stato operato per l’improvviso e inarrestabile ingrossamento di un adenoma ipofisario (tumore benigno alla ghiandola cerebrale) mai rilevato prima, ma che già minacciava danni neurologici permanenti.
Protagonisti della ‘corsa operatoria’ descritta dalla Ulss 2 veneta sono stati i chirurghi Massimo Sonego, dell’Otorinolaringoiatria, e Alessandro Fiorindi della Neurochirurgia, che la sera di sabato 5 agosto non erano di servizio e nemmeno reperibili (tutti e due fuori Treviso, uno si trovava a 50 chilometri dalla città). Per la loro nota esperienza ed elevata competenza nella patologia ipofisaria sono stati contattati dai colleghi in servizio per una consulenza sul caso di un paziente appena entrato in ospedale.
La seduta operatoria si è protratta dalle 22 di sabato fino alle 2.40 di domenica 6 agosto. La celerità dei sanitari – sottolinea l’azienda sanitaria – ha scongiurato danni permanenti, aprendo le porte a un progressivo miglioramento del paziente che, dopo due giorni, ha lasciato la Terapia intensiva per essere trasferito in reparto di degenza.
All’arrivo in ospedale il paziente accusava cefalea intensissima, confusione mentale sempre più grave e importante perdita della vista. L’intervento chirurgico era stato inizialmente previsto nelle prime ore di domenica mattina; durante la serata, però, le condizioni sono peggiorate e le dimensioni raggiunte dall’adenoma causavano la compressione di importanti strutture endocraniche provocando ischemia, infarto cerebrale e una cecità sempre peggiore a causa dell’incrocio dei nervi ottici. Il quadro generale ha imposto ai medici di procedere subito all’intervento, e a questo punto Fiorindi e Sonego hanno offerto simultaneamente ai colleghi la disponibilità a raggiungerli in sala operatoria di Neurochirurgia, dove tutta l’equipe era già pronta.
“Il dottor Fiorindi e io collaboriamo e facciamo abitualmente squadra per la terapia chirurgica della patologia ipofisaria – spiega Sonego – Questo caso non era certamente consueto e semplice. Di conseguenza, pur consapevoli e certi della bravura e dell’esperienza dei colleghi, nel caso specifico ci siamo sentiti coinvolti in prima persona. Siamo certi che moltissimi altri colleghi, per altri campi della chirurgia, avrebbero certamente e senza problemi interrotto la cena con gli amici o i passatempi di un sabato estivo per fare esattamente quello che abbiamo fatto noi”.
“Il post-operatorio – aggiunge Sonego – ci ha confortato nella scelta di intervenire immediatamente in quanto già due giorni dopo, lunedì, il paziente era lucido, orientato, aveva recuperato immediatamente la vista all’occhio destro e riferiva un miglioramento della vista anche all’occhio sinistro rispetto al giorno prima, quando ancora non si era manifestato un recupero. Le condizioni cliniche hanno continuato a migliorare nei giorni successivi, e attualmente il paziente è già stato dimesso dalla Terapia intensiva e trasferito in reparto di degenza”.