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U-Sail, valore umano e tecnologia per filiera corta competitiva

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Roma, 29 nov. (Labitalia) – “Reggere nel mercato è la sfida che stiamo lanciando in questa fase. L’idea è quella di permettere al team, all’equipaggio, all’atleta di avere un qualcosa realizzato su di lui, che quindi ha un valore aggiunto perché unico, un valore umano che è quello del made in Italy e in più quello tecnologico. La filiera, quindi, è molto corta: non c’è un produttore lontano, una multinazionale che ha il magazzino da qualche parte, una rete commerciale fatta di sovrastrutture”. Così Oliviero Carducci, Ceo di U-Sail, illustra a Labitalia lo ‘spirito’ e la ‘mission’ del brand italiano nato dalla collaborazione tra due aziende, la Olicor e la Uniform, rispettivamente fornitore ufficiale della Federazione italiana vela e della Marina Militare.
Un tipico esempio di imprenditoria familiare marchigiana, lungimirante e pronta alle innovazioni, attiva dagli anni ’70 e tra le prime aziende a rispondere già nei primi anni ’90 alle nuove normative di sicurezza con la produzione dei dispositivi di protezione individuale.
“Nasciamo come produttori di abbigliamento da lavoro – racconta Carducci – e ci occupiamo di personalizzazioni, come stampe e ricami di ogni tipo. Abbiamo sviluppato una collaborazione per 8 anni con una multinazionale, per la quale ci siamo occupati della personalizzazione dei loro capi nel settore vela, e da lì è nata l’idea di far partire il nostro marchio, perché pensiamo ci sia uno spazio di prodotti realizzati da questa parte di mondo, in Italia ed Europa, al massimo nel bacino del Mediterraneo, per riuscire a servire direttamente chi vuole un prodotto che abbia un qualcosa in più”.
Animato da una profonda passione per il mare e sostenuto dalla conoscenza del mercato velico, U-Sail firma una linea di abbigliamento da barca che comprende capi per la regata, la banchina e le serate di gala tipiche degli eventi velici di maggior prestigio. I valori guida del brand sono, dunque, la velocità, la precisione e la riconoscibilità in ogni contesto e ad essi si ispira la lavorazione dei capi tecnici, che sono creati principalmente in Italia e in Europa. L’aziende investe molto in ricerca e innovazione è la parola d’ordine.
“Oggi con U-Sail stiamo portando avanti per primi – sottolinea il Ceo – l’applicazione del sistema batteriostatico Abatox nei nostri tessuti. A differenza degli altri battericidi, l’Abatox, che non usa nanotecnologie di metalli pesanti, solitamente argento o zinco, sfrutta un sistema di finissaggio che modifica con un metodo fisico-chimico il tessuto e impedisce la proliferazione batterica. Quindi, è qualcosa di innovativo e veramente italiano”.
Oltre a ricercare la massima qualità di tessuti e lavorazioni, il marchio ha voluto creare anche una collezione che, attraverso l’impiego di cotoni bio-certificati e confezionati in laboratori controllati dalla Fondazione europea Fair Wear, offre il massimo in termini di sostenibilità umana e ambientale. “Per noi – afferma Carducci – l’impatto con l’ambiente è la base: sia come prodotto sia come persona, lo abbiamo nell’animo perché il pianeta è uno e dobbiamo cercare di difenderlo tutti”.
Ma come reggere alla concorrenza dall’estero? “I nostri prodotti – spiega – hanno costi leggermente più alti di quelli di importazione: teniamo margini di guadagno bassi, ma vogliamo permettere a più persone possibile di capire qual è la forza innovativa dell’unicità che vogliamo proporre. Noi cerchiamo di partire bene con prodotti fatti qua e venduti tramite una rete di negozi che non sono dei venditori ma sono dei nostri partner con i quali poter avere la vicinanza con l’utente”.
Il marchio punta anche molto sull’ecommerce: “Abbiamo da poco presentato un nuovo sito – ricorda Carducci – che permette di costruirsi la propria scarpa nei colori e anche con delle diciture. La differenza rispetto ad altri siti di ecommerce attualmente sul mercato è che noi permettiamo all’utente di applicare anche il logo, in modo tale da avere una scarpa che, oltre ad essere coordinata con il resto dell’abbigliamento, abbia anche il proprio logo e questo si può fare direttamente da casa”.
“L’altra innovazione che abbiamo introdotto nel nostro sito – prosegue – è Snapfit, una app creata in Veneto e nata sulla base di un algoritmo sviluppato con l’Università di Cambridge: scaricandola si stampano due A4 e un A3, col telefonino si fanno delle foto intorno al proprio piede e questa app permette di ottenere la biometria del proprio piede. L’utente può controllare, quindi, quale numero di scarpa si adatta meglio al suo piede, sulla base di lunghezza, larghezza e altezza in una visione a 360 gradi. Noi puntiamo molto sulla promozione e distribuzione del nostro prodotto attraverso la Rete perché la comodità è fondamentale e il nostro sito è utilizzabile da tutti i tipi di device”. Dunque, conclude: “Prodotto italiano, personalizzazione e comodità di acquisto come ricette vincenti”.