Home Nazionale Violenza su donne: settima tappa progetto ‘Innamorati di te’ torna a Roma

Violenza su donne: settima tappa progetto ‘Innamorati di te’ torna a Roma

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(AdnKronos) – In Italia ogni due giorni e mezzo una donna viene uccisa per mano di chi le ha promesso amore. Un grave fenomeno sociale quello della violenza contro le donne, che non si ferma e su cui è necessario non spegnere mai i riflettori. Se ne è parlato oggi a Roma nel corso di un incontro tra avvocati, giornalisti, Ros dei Carabinieri al Forum Sport Center di Roma. Si tratta della settima tappa di ‘Innamorati di te’, il progetto itinerante, partito a giugno 2015, realizzato da Codere Italia, multinazionale che opera nel settore del gioco legale, per sensibilizzare l’opinione pubblica ad una maggiore attenzione verso le donne. Punto di partenza del dibattito il libro della giornalista de ‘Il Messaggero Umbria’ Vanna Ugolini scritto a quattro mani con la psicologa Lucia Magionami ‘Non è colpa mia, voci di uomini che hanno ucciso le donne’.
“Le risposte da giornalista non mi bastavano più per raccontare questo fenomeno e quindi ho lavorato come volontaria accanto alle vittime della violenza di genere per capire quello che accadeva loro. Poi però mi mancava capire perché un uomo normale si spoglia dell’abito del padre di famiglia, attraversa un ponte e diventa un assassino feroce e quindi l’ho chiesto direttamente a loro intervistando uomini condannati definitivamente per casi di femminicidio”, dice Vanna Ugolini, tra l’altro presidente dell’associazione Libertas Margot, che si occupa di violenza di genere. Sono questi uomini i protagonisti del suo libro.
“Il raptus non esiste”, spiega Ugolini convinta che “il recupero dei maltrattanti va messa in campo” per prevenire il fenomeno perché la violenza è una scelta e si può scegliere di non essere violenti. In un progetto di prevenzione “è importante coinvolgere i ragazzi fin da quando sono piccoli ma nel frattempo lavoriamo anche sugli adulti”.

“E successo, dicono. Da parte di chi agisce violenza non c’è elaborazione dell’evento, non hanno consapevolezza del reato” e tutto questo e riconducibile a un deficit di educazione che va recuperata. “Bisogna ripartire dall’educazione sociale, dal rispetto reciproco, sradicare certi stereotipi alla base del fenomeno della violenza. Il femminicidio, è l’ultima parte, quella più aberrante di un insieme di reati”, osserva Caterina Grillone, avvocatessa e criminologa. “Non ci aiuta pensare che un abuso, una violenza può essere pagata con 1.500 euro”, aggiunge parlando del decreto sullo stalking.
Paolo Vincenzoni, comandante del Reparto Crimini Violenti del Ros parla del ‘ciclo della violenza’ in un rapporto affettivo, veri campanelli di allarme da tenere in considerazione. “Questa prevede vari step: dall’intimidazione, si passa all’isolamento, alla svalorizzazione della donna, preludio a forme di violenza più gravi, si arriva infatti a quella fisica. Momenti intervallati dalle false riappacificazioni, un aspetto di cui si parla poco ma molto pericoloso per il soggetto debole, fino ad arrivare poi a casi estremi con la morte della vittima”, sottolinea Vincenzoni a giudizio del quale “può apparire ovvio e scontato, forse anche banale, ma la denuncia è la miglior forma di prevenzione, oltre che ovviamente viatico all’esercizio dell’azione repressiva in tema di violenza contro le donne. Sono infatti gli atti ripetuti che sfociano spesso in tragedia, proprio quelli mai denunciati”.
In questo quadro, risulta di fondamentale importanza l’attività che sul territorio viene portata avanti dalle associazioni che si dedicano alle donne che subiscono violenza. Sono loro che il più delle volte rispondono in prima battuta alle vittime di violenza, orientandole verso i servizi presenti e sostenendole nelle varie pratiche.
“In Italia, gli ultimi dati sulla violenza sono allarmanti e, sebbene vi sia stata una lieve flessione nel 2016, il fenomeno resta preoccupante. È per questo che siamo liete di partecipare, ormai da tre anni, all’evento Innamòrati di Te di Codere. La nostra partecipazione nasce proprio dalla consapevolezza che non possiamo restare indifferenti, dobbiamo fare rete con le tante figure impegnate a sensibilizzare le donne alla denuncia e al cambiamento, presentando le realtà di accoglienza e supporto a cui rivolgersi”, sottolinea Barbara Cerusico, presidentessa associazione Donne per la Sicurezza.
“Per l’arte non deve rassicurare ma scuotere. Ho sempre sentito forte il tema delle donne e l’arte è una terapia”, dichiara Roberta Morzetti, artista e scultrice che in occasione della tappa romana di ‘Innamorati di te’ la galleria Pavart ha presentato il progetto foto/artistico “R_esisto”, concepito per la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne, che è stato realizzato insieme agli artisti Angelo Savarese (fotografia) e a cura di Velia Littera con la collaborazione di Prisca Tozzi in qualità di videomaker.
“Attraverso il mio corpo urlo il disagio della donna contemporanea. Attraverso la fotografia e la scultura si capisce come il corpo della donna sia al tempo stesso sacro e sacrificale – dice Morzetti – Non solo organi, muscoli, ossa e sangue ma palcoscenico tra mondo interiore e mondo esteriore. Luogo di conflitti, odio, amore e luce ma sempre e comunque di R_esistenza perché si sa che oggi la condizione della donna sta faticosamente, lentamente cambiando”. Il Forum Sport Center ha ospitato dal 24 al 27 novembre le opere di Roberta Morsetti che hanno aiutato a sensibilizzare e avvicinare il pubblico all’evento che si è svolto oggi.