Home Nazionale Animali: quando il padrone lavora 1 cane su 4 va in depressione

Animali: quando il padrone lavora 1 cane su 4 va in depressione

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Milano, 20 ago. (Adnkronos Salute) – Proprio come l'uomo, anche 'Fido' può soffrire di solitudine e andare in depressione, specialmente se viene lasciato chiuso in casa da solo per lungo tempo. E succede almeno a un cane su 4. "E' un grosso problema recente, tipico della vita moderna, a cui i cani, come molti uomini, non hanno avuto tempo di adattarsi", spiega all'Adnkronos Salute Barbara Gallicchio, medico veterinario comportamentalista e presidente di Asetra (Associazione di studi etologici e tutela della relazione con gli animali). Il dato arriva da uno studio che rimbalza sui media britannici, ma che non sembra stupire l'esperta italiana: "Le sindromi ansioso-depressive sono molto frequenti. Ci sono razze più o meno predisposte, ma raccomando sempre ai padroni di non lasciare il cane da solo per più di 6 ore". Tra gli amici a quattro zampe che hanno più bisogno di attenzioni ci sono le razze cosiddette 'Toy', ovvero di taglia molto piccola, come il barbone nano o il maltese, per le quali "avere il proprietario vicino è fondamentale per mantenere l'equilibrio – spiega Gallicchio – Hanno un carattere molto infantile". Tra i più vulnerabili ci sono poi i segugi, come ad esempio i bassotti che, "abituati a cacciare in gruppo", non amano stare da soli per natura. E un occhio di riguardo va dato anche ai cani più 'sensibili' in generale, come quelli da pastore e i levrieri, di indole più "nevrile", più 'pepata' o agitata rispetto ad altri amici a quattro zampe. "E' più difficile che abbiano problemi di questo tipo razze meno vulnerabili come i mastini veri e il pastore tedesco", afferma l'esperta.Un altro fattore da considerare è l'età. "I cuccioli richiedono un grosso impegno: vengono separati dalla madre a 2 mesi e il padrone ne assume le veci – spiega Monica Antoni, medico veterinario comportamentalista – Ma verso i 4 mesi dovrebbe cominciare un progressivo distacco, e se il proprietario si tiene 'troppo stretto' il cucciolo, l'effetto rischia di essere controproducente: il cane potrebbe poi avere difficoltà a stare lontano dal suo padrone durante la giornata". E se proprio non si ha molto tempo a disposizione e si vuole a tutti i costi un amico a quattro zampe, "meglio prendere un cane adulto", suggerisce Gallicchio. Predisposizione genetica a parte, ogni cucciolo è unico, e proprio come per l'uomo "alcuni sviluppano patologie importanti stando in un'ambiente sociale svantaggiato per un breve periodo – spiega Gallicchio – altri si adattano di più". Anche un evento traumatico può indurre l'iperattaccamento di Fido al padrone, con conseguenti difficoltà nella separazione: dalle fobie che possono insorgere a causa, ad esempio, di rumori forti quando il cane è solo in casa, a problemi sociali, spiega Antoni. Certo è, riprende Gallicchio, che il cane è una "specie sociale obbligata", ovvero ha bisogno degli altri per vivere. "Molto spesso si sentono frustrati a stare da soli perché hanno aspettative sociali molto alte – continua l'esperta – si annoiano senza una compagnia". Una buona idea potrebbe essere dunque quella di dare un compagno di giochi al nostro amico a quattro zampe, ma questa scelta va ponderata perché "benchè è più facile che due cani sopportino l'assenza del padrone, soprattutto se c'è un bel giardino a disposizione – commenta Gallicchio – l'attenzione richiesta per seguirli è pur sempre doppia". "A volte, anche se non è proprio la stessa cosa, si 'accontentano' di un gatto come amico", aggiunge Antoni. John Bradshaw, noto antropologo della Bristol University britannica e autore del bestseller 'In Defence of Dogs', ha spiegato alla stampa inglese che se i cani sono addestrati a interagire con gli esseri umani, possono poi avere difficoltà a rimanere da soli, senza alcuna interazione durante l'intera giornata lavorativa. "I cani hanno un forte legame con l'uomo – afferma l'esperto – Crediamo sia sufficiente lasciargli un osso da masticare prima di andar via, ma loro non capiscono che poi torniamo a casa". "I cani non hanno la concezione del tempo – spiega Antoni – Cinque minuti o un'ora per loro sono la stessa cosa, il padrone deve fargli capire che non sta andando via per sempre". Le manifestazioni tipiche di queste sindromi ansioso-depressive variano in base alla gravità del problema. Quando il cane soffre di 'ansia da separazione' mette a soqquadro la casa in assenza del suo 'amico a due zampe', ma quando è seriamente depresso arriva ad autolesionarsi, a defecare nell'abitazione, non interagisce più, "non ha più voglia di vivere – afferma Antoni – In base al problema bisogna agire in maniera diversa, dal trattamento comportamentale a quello farmacologico, ma anche omeopatico". Se si tratta di ansia da separazione, "bisogna adattarlo a stare da solo in maniera graduale", prosegue Antoni. Prima di tutto è necessario cominciare a "'spezzare' i rituali che fanno andare il cane in ansia ben prima che il padrone esca di casa", come vestirsi, mettere la giacca e lavarsi i denti poco prima di uscire. "Ad esempio, si potrebbero compiere gli stessi gesti a tempo perso quando si è in casa, in modo da rompere quella routinarietà che crea ansia al nostro piccolo amico", commenta l'esperta. E meglio evitare coccole' e feste 'sopra le righe' prima di uscire e quando si torna a casa: "Entrare e uscire dall'abitazione deve sembrare un qualcosa di normale, dunque bisogna farlo con tranquillità – raccomanda Antoni – Se l'eccitazione del cane in questi momenti è eccessiva, va smorzata: nel vedere il padrone non deve pensare che stia succedendo qualcosa di incredibile". Se il cane soffre di depressione, dal punto di vista comportamentale vanno evitati i 'premi di consolazione': niente ossa e biscottini se Fido è triste e schivo. Ciò che noi consideriamo un conforto, lui lo interpreta come un premio per il comportamento poco salutare, spiegano gli esperti. Sì invece a piccole golosità quando si comporta bene, in modo che sia incentivato a rifarlo. Quando ci rendiamo conto che qualcosa non va, che il cane assume comportamenti insoliti e non mangia, il consiglio degli specialisti è sempre quello di fare un check-up per verificare che stia fisicamente bene, ed eventualmente rivolgersi al medico comportamentalista per capire "il problema specifico che ha quel cane, perché non sono tutti uguali", puntualizza Antoni.Per chi lavora tanto ma non vuole rinunciare ad un amico a quattro zampe, molto più individualista e meno pretenzioso sembra essere il gatto, che, a differenza del cane, "non è una specie sociale obbligata – spiega Gallicchio – E' molto individualista". Tuttavia, se lasciato in casa tutto il giorno da solo anche lui si annoia: "In natura è abituato a cacciare almeno 3 ore al giorno", ricordal'esperta. In questo caso avere un giardino grande dove lasciarlo libero è un'ottima soluzione, come potrebbe esserlo prendere due cuccioli appena nati insieme. E' meno consigliato invece "prendere un secondo cucciolo quando il primo è già grande" e ha già sviluppato il senso del suo territorio, conclude l'esperta.