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‘Vittoriangelo Polverini – Le Opere’

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Con la mostra “Vittorangelo Polverini – Le Opere” la Città di Anghiari, universalmente nota per la famosa battaglia raffigurata da Leonardo, rende finalmente omaggio ad uno dei suoi “figli illustri ”.
Dal 7 ottobre fino al 6 gennaio 2007 presso le prestigiose sedi del Palazzo del Marzocco e della Chiesa di Sant'Agostino sarà allestita la prima grande mostra monografica, circa 100 lavori, che documenta le ricerche di un ventennio, dagli anni ’70 agli anni ’90 del Novecento, di questo eccentrico e poliedrico artista toscano, per lungo tempo lasciato nell’oblio e oggi giustamente celebrato non solo per le sue capacità artistiche ma anche per la sua ricchezza umana e culturale.

Da una prima osservazione dei manufatti, si può affermare che ci troviamo di fronte a un artista poliedrico. Come fa notare la curatrice della mostra Stefania Cortelazzi “ Polverini non afferma e non descrive, semplicemente sperimenta, si muove in cerchio senza un sistema logico, affermativo, razionale, si muove nel caos per poter dominare il tempo e ritrovare così “l’origine” il nascere delle cose”.

Formatosi inizialmente presso le scuole d’arte toscane deve molto per la sua formazione alla frequenza dell’Accademia di Brera di Milano, negli anni ’70 forse il centro più vicino alle sperimentazioni dei paesi anglosassoni. È proprio di questo momento l’avvicinamento al movimento della Nuova Figurazione, che recuperando l’immagine umana, la rappresenta martoriata, consumata e che trova come punto di riferimento l’arte di Francis Bacon.

Altro elemento non poco rilevante, riscontrabile soprattutto nella produzione di terrecotte, è la personale reinterpretazione di Egon Shiele. Polverini rielabora la corrente espressionista in modo estremo e dissacratore, i suoi personaggi sono duri, angolosi, deformati, i colori violenti fino ad arrivare ad esasperazioni quasi “grottesche”. La forma diviene per Polverini un prolungamento dello stato psichico, non c’è volontà di descrizione realistica ma esternazione emozionale.

Un settore molto importante della mostra tenterà inoltre di dimostrare il legame indissolubile con la sua terra, si va dalla rappresentazione delle figure mistiche dei suoi presepi con i “personaggi” di Anghiari e di Sansepolcro fino all’eccentrica rivisitazione di opere toscane dal Tre al Cinquecento di maestri come Tino di Camaino, Piero della Francesca, Francesco da Valdambrino, nonché i tributi al Pontorno, con i suoi colori dissonanti, stridenti ed acidi.

Infine interessante è la nutrita sezione dedicata alle incisioni rappresentata da ventinove tavole, tra le quali una serie di vedute e studi su Anghiari.