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Ritorna in tv “Vieni avanti cretino”

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Ritorna in tv “Vieni avanti cretino”

ITALIA – “Vieni avanti cretino”: chi non ricorda il “tormentone” messo in scena da Carlo Campanini con uno stralunato Walter Chiari in una delle gag più famose della televisione?
La battuta, in verità, porta il marchio dei Fratelli De Rege, la più celebre coppia di avanspettacolo tra le due guerre, e “Vieni avanti cretino” non poteva che essere titolo del programma che da oggi, venerdì 9 maggio, alle 21.00, su Retequattro, vede Pino Insegno e Roberto Ciufoli rendere omaggio a quello che è da sempre considerato il padre del varietà.
Dell’avanspettacolo, “Vieni avanti cretino”, vuole riprendere la comicità immediata, quel sapore povero ma ricco di talento che precedeva l’inizio del primo spettacolo cinematografico.
Belle donne, illusionisti, equilibristi; tutti gli ingredienti dell’avanspettacolo, un’espressione artistica “nobilitata” da una delle avanguardie dell’epoca, i Futuristi, che ne esaltarono l’apertura ad ogni esperienza di drammaturgia e recitazione arrivando a teorizzarne, in uno dei loro primi manifesti, la sintesi creativa.
Una primadonna, Emy Bergamo; una piccola orchestra di quattro elementi; il gruppo musicale dei Baraonna; otto giovani ballerine: è il cast con cui Pino Insegno e Roberto Ciufoli costruiscono, con leggerezza, uno spettacolo tout court, un puzzle di scenette, barzellette, numeri musicali a sorpresa, e “interferenze” con il pubblico, ancora un ricordo della platea “cattivissima” che all’epoca decretava il successo o meno di un artista, compreso il lancio sul palcoscenico del famoso “gatto morto”.
“Vieni avanti cretino”, quattro puntate, in prima serata, che ospiteranno ogni settimana un personaggio del mondo dello spettacolo nella veste di “se stesso”, alle prese con le improvvisazioni del varietà.

Il tutto cucito dalla regia di Pier Francesco Pingitore, giornalista, autore di cinema, televisione, cabaret e teatro, storico fondatore, con Mario Castellacci, della compagnia del ‘Bagaglino’.

AVANSPETTACOLO
L’avanspettacolo è un genere di spettacolo teatrale comico sviluppatosi in Italia tra gli anni ’30 e ’50 che prevedeva una sequenza di numeri di varietà, ballo e scenette comiche, eseguito a integrazione di una proiezione cinematografica in sale di seconda e terza visione.
Questo genere derivò storicamente dal varietà cui cominciò a sostituirsi quando il regime fascista emanò provvedimenti (nella forma , ad esempio, di sgravi fiscali) per favorire i teatri che si convertivano alla più moderna realtà del cinematografo.
Da un lato si formò la rivista, un genere autonomo e concorrenziale con il cinema per il fasto dei divi, dall’altro gli artisti meno fortunati si adattarono ad accettare la presenza sempre più ingombrante della pellicola cinematografica all’interno dei propri spettacolini.
Considerato il fratello povero del Teatro di Rivista per la brevità dei numeri e la scarsità dei mezzi, fu spesso considerato un genere teatrale minore.
Più avanti nel tempo, tra gli anni ’60 e ’70, l’avanspettacolo variò dai numeri comici agli spogliarelli.
In realtà l’avanspettacolo fu trampolino di lancio per molti noti attori teatrali e cinematografici italiani. Tra questi: Edoardo de Filippo, Totò, Aldo Fabrizi, Lino Banfi.
Un’eccezionale ricostruzione di un teatrino d’avanspettacolo durante la guerra è raccontata da Federico Fellini in ‘Roma’: commenti salaci del pubblico che interrompeva sguaiatamente gli artisti in scena arrivando al lancio di gatti morti contro il malcapitato comico di turno, fischi di approvazione o scherno per le dubbie grazie delle soubrette, spettatori intenti a mangiare o dormire in un marasma che si concludeva con il fuggi fuggi generale al suono delle sirene dell’allarme aereo.

“SPALLA”
Il termine proviene probabilmente dallo spettacolo circense, o dalle compagnie dei guitti del passato, nel quale uno dei saltimbanchi porge materialmente al compagno la propria spalla e nello stesso tempo dà un contraccolpo per permettere all’altro di prendere slancio e di eseguire al meglio il suo esercizio acrobatico.
Il ruolo dell’attore di spalla è molto importante nel teatro comico perché contribuisce al giusto ritmo e all’esaltazione della battuta del personaggio protagonista. La bravura della spalla consiste non solo nel cogliere il giusto tempo del ritmo del dialogo comico ma spesso nel saper prevenire, indovinare ed accompagnare l’estro del protagonista quando recita “a soggetto”, quando cioè le battute non siano previste dal copione che quasi viene riscritto sul momento, all’impronta, dai due attori.

LE SPALLE DELLO SPETTACOLO ITALIANO
Fratelli De Rege: la prima spalla da considerare in ordine di tempo è quella dei Fratelli De Rege, Guido e Giorgio che fu famosa sulle tavole del palcoscenico dell’avanspettacolo negli anni precedenti il dopoguerra italiano. Fu Guido (Bebè) ad assumersi il ruolo di spalla del fratello minore Giorgio (Ciccio).

Carlo Campanini: celebre spalla rimasta famosa anche per la scenetta del “Sarchiapone”. Caratteristico del personaggio interpretato da Campanini era la sua ingenuità e una certa timidezza accompagnata da un modo di parlare quasi balbettante.

Tina Pica: ha iniziato la sua carriera nel teatro di Eduardo e nel cinema in ruoli secondari fino a quando,a 69 anni, il film “Pane, amore e fantasia” la conferma definitivamente come spalla caratterista con il personaggio di Caramella, una domestica materna ma anche scorbutica e un po’ bigotta.

Mario Castellani: considerato la “spalla” per eccellenza dello spettacolo italiano. Ha accompagnato tutta la carriera di Totò rimanendo in ombra sino alla fine.

Mario Carotenuto: sempre presente nei film che hanno fatto grande la commedia all’italiana, la sua popolarità nasce con il film “Poveri ma belli” dove assume il ruolo che lo caratterizzerà nel prosieguo della sua carriera, del romano intrallazzatore e scansafatiche o dell’avvocato di cui c’è poco da fidarsi.

Gianni Agus: nome storico del teatro di rivista italiano ha preso parte a commedie di grandi autori come Garinei e Giovannini. Ha lavorato molto sia in radio che in televisione dove il grande pubblico cominciò ad apprezzarlo come spalla di comici in modo particolare di Paolo Villaggio.

Carlo Pisacane: per lui la notorietà cinematografica arriva piuttosto tardi quando il regista Mario Monicelli gli affida il ruolo del mitico ‘Capannelle’, il famelico vecchietto bolognese nella sgangherata banda criminale de ‘I soliti Ignoti’.

Franco Lechner: Il suo vero nome è rimasto completamente ignorato dal pubblico che lo ha conosciuto invece come ‘Bombolo’. Rappresenta bene l’esempio della tipica spalla di secondaria importanza di altri attori comici come Tomas Milian e Pippo Franco.

Luigi Schroeder: Gigi Reder è stato una spalla e caratterista di primo piano. Dopo una lunghissima carriera quasi cinquantennale, Reder diviene famoso grazie all’azzeccato personaggio del ‘Geometra Filini’ nella saga del Ragionier Fantozzi al fianco di Paolo Villaggio.