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Sesso: 3.000italiani l’anno serve una protesi ma solo 1 su 6 si opera

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Sesso: 3.000italiani l’anno serve una protesi ma solo 1 su 6 si opera

Milano, 17 giu. (Adnkronos Salute) – In genere hanno superato i 50 o i 60 anni, ma alcuni non ne hanno neppure 40. Sono reduci da un tumore della prostata, o della vescica o del retto, oppure soffrono di malattie cardiovascolari, diabete o disfunzioni che occludono le vene. Patologie spesso associate a una disfunzione erettile grave che rischia di compromettere la vita di coppia. In 3 casi su 10 questi pazienti non rispondono alle 'pillole dell'amore', e la maggioranza non sa che esiste un'alternativa efficace e garantita a vita: l'impianto protesico. Secondo i calcoli degli esperti, ogni anno sono almeno 3 mila gli uomini italiani che ne avrebbero bisogno, ma soltanto 500 – appena uno su 6 – arriva all'intervento. Per gli altri l'amore resta 'negato'. Sotto accusa la scarsa informazione, la paura di uscire allo scoperto, ma anche le difficoltà di accedere a "un intervento non ancora abbastanza valorizzato" nel nostro Paese, spiega Edoardo Pescatori, coordinatore Sezione regionale Marche-Emilia Romagna-San Marino della Società italiana di andrologia (Sia). Su questo fronte, infatti, "l'Italia è un po' il fanalino di coda". L'impianto costa "dai 4 agli 8 mila euro" e "non in tutte le regioni l'intervento è a carico del Servizio sanitario.
Ma anche dove è rimborsato – precisa il medico – non esistono Drg sufficientemente remunerativi, e l'intervento è a carico del Ssn solo in alcuni centri e per un determinato numero di pazienti". Risultato: "La domanda eccede di gran lunga l'offerta". Per spezzare il silenzio di chi non sa, o di chi tace per pudore, oggi a Milano è stata annunciata la prima campagna informativa sul tema. Da domenica 19 giugno sarà attivo l'indirizzo di posta elettronica [email protected], attivato in collaborazione con la Sia Marche-Emilia Romagna-San Marino.
E per fare il punto sulle novità in materia, gli andrologi specializzati sul fronte protesi si riuniranno domani all'Hesperia Hospital di Modena per il convegno 'Disfunzione erettile e chirurgia protesica. La strategia che salva la vita di coppia nella disfunzione erettile grave'. Pescatori ricorda che "il 30% dei pazienti con disfunzione erettile non risponde ai farmaci". In questi casi l'impianto protesico diventa quindi una "soluzione ottimale" e "garantita a vita – puntualizza l'esperto – Nell'eventualità in cui si manifestassero problemi, infatti, la protesi viene sostituita a costo zero". Certo "è un passo importante", ammette l'esperto. Per questo "la decisione va presa non solo con l'andrologo in base alla propria situazione fisica, ma anche con la propria compagna e se necessario col supporto di uno psicoterapeuta".
Le protesi, ricordano gli specialisti, possono essere idrauliche (le più utilizzate oggi) o non idrauliche. Entrambi i modelli sono composti da due cilindri che vengono inseriti all'interno dell'organo sessuale maschile nei corpi cavernosi. Ma mentre gli impianti non idraulici conferiscono alla parte una rigidità parziale costante, quelli idraulici permettono di controllare l'erezione attraverso una pompa (localizzata a livello dello scroto) e un serbatoio (zona retropubica). Per scongiurare il rischio di infezioni nei primi giorni dopo l'intervento, le protesi più recenti utilizzano cilindri trattati con farmaci antibiotici.
E in ogni caso si consiglia una profilassi antibiotica prima e dopo l'operazione. L'intervento dura 1-2 ore in anestesia spinale o peridurale, e il ricovero in genere è di un giorno o due. Dopo 40 giorni si può avere il primo rapporto sessuale. In uno studio pubblicato nel 2003 'Journal of Urology' è stato comparato il grado di soddisfazione di pazienti trattati con differenti strategie. L'indice di gradimento più elevato è stato registrato tra quelli con impianto protesico (9 casi su 10); a seguire chi consumava farmaci (5 su 10) e chi usava iniezioni intracavernose (4 su 10). "Non esiste una casistica italiana – rileva Enrico Caraceni, segretario della Sia Marche-Emilia Romagna-San Marino – ma questi dati rispecchiano la realtà nostrana. Il ripristino della funzionalità erettiva viene giudicato molto buono dalla maggior parte dei pazienti operati e dalle loro partner". L'intervento "non modifica in senso negativo la sensibilità del pene" e "l'orgasmo e l'eiaculazione, se presenti prima dell'operazione, non cambiano. Non è preclusa neppure la possibilità di concepimento, compatibilmente con fattori indipendenti dalla protesi, come l'età del paziente e lo stato degli spermatozoi".

Articlolo scritto da: Adnkronos