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La sanità, di oggi e di domani, all’esame della Conferenza dei sindaci

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La sanità, di oggi e di domani, all’esame della Conferenza dei sindaci

AREZZO – 138 pagine di riflessioni, tabulati, progetti, disegni strategici, analisi dei pregi e dei difetti, simulazioni sul territorio, previsioni degli effetti sulla assistenza sanitaria.
Sono quelle presentate stamani alla conferenza dei sindaci della nostra provincia dalla Asl 8, alla presenza di Luigi Marroni, assessore alla sanità della Regione Toscana.
Con trenta milioni di euro in meno in due anni (a tanto ammontano i tagli di risorse determinati dalla crisi economica) l’impegno dell’azienda sanitaria con la partecipazione e la condivisione dei sindaci dei 39 comuni è quello di garantire comunque servizi adeguati a tutti i cittadini. “La Asl di Arezzo – ha dichiarato il direttore generale Desideri – ha deciso di non a seguire le logiche dell’urgenza, ma di pianificare e sviluppare quegli interventi che si sono dimostrati capaci di garantire attenzione all’equità delle cure, alla qualità delle stesse e, contemporaneamente, alla sostenibilità economica.”
Un leit motiv che l’Azienda sta perseguendo da più di tre anni, con risultati certificati dal Mes e da altri istituti, che in sostanza dicono: si è speso di meno migliorando la qualità dei servizi offerti.
Nessun miracolo alla base di questo risultato, ma una gestione attenta, meticolosa, con un lavoro certosino di ricerca di ogni possibile riduzione della spesa senza intaccare la qualità dei servizi offerti.

I lavori della Conferenza sono stati aperti da un saluto del sindaco Fanfani, presidente della conferenza provinciale, e da un intervento dell’assessore Marcello Caremani focalizzato sul rapporto tra diritto alla salute e crisi economica: “ L’austerità fa male alla salute, ha detto Caremani, in questo periodo aumentano i suicidi, le malattie mentali, l’alcolismo. Non servono tagli alla spesa, tantomeno quelli lineari. In queste situazioni servono più risorse ed una protezione sociale più forte”.

La relazione del direttore generale
“Sono quattro i capisaldi su cui si è basata l‘azione della Asl: sviluppare l’assistenza territoriale e le cure primarie (con le Case della Salute, le Cure Intermedie, l’ADI, le Aggregazioni Funzionali dei medici di famiglia); mantenere e accrescere la risposta assistenziale nel campo dell’emergenza-urgenza territoriale e ospedaliera; stimolare e gestire la rete per la qualità e la sicurezza degli ospedali, con un rapporto stretto con l’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Siena per le discipline di maggiore complessità (chirurgia toracica, neuro chirurgia, cardio chirurgia), ottenendo, come nel triennio 2010-2012, la crescita della produzione interna e la riduzione della mobilità passiva extra-regionale (la nostra Asl è la sola che ha ridotto costantemente e progressivamente tale indice, incrementando contemporaneamente la attrazione); potenziare le attività di prevenzione collettiva, ponendo una attenzione particolare alle tematiche connesse a “salute ed ambiente”, in collaborazione con Istituti Universitari e con la supervisione dell’I.S.S..

Quattro linee strategiche affiancate da un rigoroso controllo della spesa; nel mirino sono andate le poste di bilancio di maggior rilievo (come la spesa per farmaci, dispositivi medici, protesi–ausili, trasporti), ma anche le fonti di costo minori, ancorché importanti (convenzioni con ambulatori specialistici accreditati e Case di cura, consumo di acqua e di energia).

Piccoli ospedali “crescono”.
“In Toscana ci sono 41 ospedali e 41 resteranno”. Con queste poche parole l’assessore regionale Luigi Marroni spazza via le preoccupazioni che da più parti si sono levate sul futuro dei piccoli ospedali, quelli di zona per capirsi. “Non chiuderemo nessun ospedale – ha detto Marroni. Tutt’altro! la nostra progettualità prevede una loro valorizzazione attraverso funzioni specifiche in grado di garantirne lo sviluppo futuro”.

Un tema, questo dei piccoli ospedali, oggetto anche di un’attenzione particolare di Desideri. “Un’attenzione posta non per contrastare o contenere i timori di chiusura, ma per un preciso calcolo di “accorta” amministrazione. Dall’analisi dei costi per giornate di degenza, a parità di linee assistenziale, i costi fissi relativi sono minori nei piccoli ospedali. Ciò che renderebbe proibitiva la loro gestione economica, sono i costi cosiddetti marginali (ad esempio per un ricovero o una radiografia in più, o per assicurare la presenza su 24 h di medici – infermieri – tecnici di laboratorio.
La scommessa sui piccoli ospedali è quindi favorire la saturazione dei fattori di produzione (cioè massima occupazione dei posti letto e delle sale operatorie….) cosi riducendo il peso dei costi marginali”.
In altre parole, per ognuno dei nostri ospedali periferici saranno individuate una o più attività specialistiche di elevato livello, rivolte al bacino di utenza dell’ospedale di zona, sia al resto della provincia.
Il modello di sviluppo è contenuto nel dettaglio in un documento (chiamato “Patto Territoriale”) che indica per ogni struttura compiti e risorse.

Innovazione
Molta attenzione è stata posta all’innovazione nel campo delle tecnologie bio-mediche e dei sistemi informativi.
La Asl8, è stata la prima in Toscana e l’Area Vasta sud est l’unica della Regione e fra le poche in Italia, a realizzare commissioni per la valutazione costo-beneficio delle decisioni delle Direzioni Aziendali, con risultati evidenti.
Fra gli esempi citati quello di una visione strategica aziendale, attenta alla ricerca, e allo sviluppo, che ha permesso che nuovissime tecnologie sempre più precise e personalizzate in campo cardiologico, neurologico, chirurgico fossero presenti nei nostri ospedali riducendo le complicanze, il dolore post operatorio, accelerando il recupero e quindi anche la dimissione (…e i costi della degenza).

“Crediamo – ha detto Desideri – che le decisioni nel campo della organizzazione, dei servizi e delle tecnologie (farmaci, dispositivi medici, apparecchiature sanitarie, tecnologiche informatiche) debbano essere assunte con lungimiranza strategica e non sull’onda dell’emergenza, ma anche con il sostegno di precisi studi a supporto e guida delle Direzioni Aziendali. La nostra Azienda intende proseguire nella strada del cambiamento per la crescita e l’equità delle cure, ma per farlo è cosciente che il confronto, la condivisione con i professionisti e la partecipazione dei cittadini e soprattutto, delle Istituzioni, che i cittadini rappresentano, sia un indispensabile prerequisito per la legittimazione sociale del nostro operato e, ancor più, per accrescere la passione e l’orgoglio dei nostri operatori per opportunità, unica, loro affidata di contribuire, con il loro lavoro, alla salute e al benessere della comunità.

La parola ai sindaci
Apprezzamento per il lavoro fatto e la progettualità presenta dall’azienda sanitaria è stata espressa dai sindaci presenti. Allo stesso tempo, i sindaci hanno chiesto a Desideri la possibilità di approfondire alcuni aspetti particolari contenuti nei Patti Territoriali, con particolare riferimento alle attività specialistiche individuate per ogni presidio ospedaliero, prima di esprimere il loro parere definitivo.