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Dichiarazione di Franco Marinoni per la conferenza stampa su Banca Etruria di questa mattina

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Dichiarazione di Franco Marinoni per la conferenza stampa su Banca Etruria di questa mattina
Franco Marinoni

Il nostro, quello dei 9mila imprenditori del commercio, del turismo e dei servizi che rappresenta la Confcommercio ad Arezzo e i quasi 50mila in Toscana, è un no netto, categorico ed argomentato all’annessione di Banca Etruria da parte di BpVi. Non è una posizione preconcetta, siamo perfettamente consapevoli e d’accordo con le indicazioni di Banca d’Italia circa la necsssità di ricercare un rapporto di integrazione con altri istituti di credito, al fine di rafforzare la presenza e l’azione di Banca Etruria sul territorio.

È la proposta della Banca Popolare di Vicenza di per sé che non ci piace, nei tempi, nei modi e nelle forme. Che senso ha richiamare “la comune matrice e tradizione di banche popolari” se poi una delle prime richieste è la trasformazione della nostra in spa, rinunciando a quell’azionariato diffuso che è la migliore garanzia di tutela per le imprese del territorio? Dobbiamo drizzare la schiena e non accettare una proposta pericolosa e non utile. La nostra è una banca quotata in Borsa il cui valore, per quanto indebolito da vicende contingenti e da una crisi di sistema senza precedenti, è facilmente determinabile.

Potremmo mai farci “assorbire” da una banca neanche quotata in Borsa? Io credo che il grande capitale di esperienza, competenze e risorse umane e professionali rappresentato da Banca Etruria meriti più rispetto. Per questo chiediamo solo che a Banca Etruria sia concesso il tempo, si tratta di pochi mesi, per ricercare partnership più costruttive, dignitose ed equilibrate. Per costruire insieme altri 130 anni di futuro per la banca che a questo territorio ha dato tanto.