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Medicina: operazione d’appendicite addio, sempre meno interventi

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Roma, 26 feb. (Adnkronos Salute) – Un tempo era un intervento che i chirurghi si trovavano ad affrontare spesso in urgenza. Oggi è sempre meno frequente e il trend della riduzione – particolarmente importante a partire dagli anni 2000 – è continuo. Parliamo dell'operazione per appendicite acuta, che in Italia rispetto agli anni '80 sembra essere diventata quasi 'fuori moda'. 'Quasi', visto che la patologia resta la più frequente in assoluto tra quelle di pertinenza chirurgica ed è la principale causa del cosiddetto addome acuto (dolori addominali violenti che portano in pronto soccorso): nei Paesi occidentali il 7% della popolazione va incontro, nella vita, a coliche di tipo appendicolari anche se solo l'1% sarà sottoposto a un intervento di appendicectomia d'urgenza, secondo i dati dell'Associazione chirurghi ospedalieri italiani (Acoi). In Italia dove un individuo su sette si ammala di questa patologia nel corso della vita, difficile – vista la mancanza di dati – avere un quadro chiaro della diminuzione degli interventi, che si aggirano sui 60 mila l'anno. Ma nella vicina Francia un Rapporto appena pubblicato indica cifre record: le operazioni sono passate da 300.000 degli anni '80 a 83.400 del 2012. E un recente studio su 900 pazienti con appendicite in Gran Bretagna, pubblicato su British Medical Journal, ha rilevato che il 63% degli interventi può essere evitato e sostituito con la terapia antibiotica."La riduzione è evidente anche nei nostri ospedali", spiega all'Adnkronos Salute Vincenzo Blandamura, primario della chirurgia d'urgenza dell'ospedale Sant'Eugenio di Roma. "Nei miei primi anni in pronto soccorso, 34 anni fa, si eseguiva anche un'appendicectomia al giorno. Oggi è molto più rara: nella maggior parte dei casi il problema si tratta con una terapia farmacologica". E' "indubbia la riduzione di questo tipo di intervento – aggiunge Luigi Presenti, presidente dell'Acoi – anche se non parlerei di operazione 'fuori moda', visto che comunque gli interventi sono ancora necessari e sono, rispetto al passato, molto migliorati. Sicuramente il progresso della diagnostica e della terapie ci consentono di scegliere strade meno aggressive". Oggi, c'è inoltre, grazie alla tecnologia, "più accuratezza nella diagnosi differenziale, in particolare per le donne, e possiamo risolvere più rapidamente e meglio i dubbi". Ha avuto un ruolo decisivo, inoltre, la diffusione degli interventi in laparoscopia (per 'vedere' e operare attraverso piccoli fori sull'addome), "che permettono, oltre ad un intervento mininvasivo anche nelle peritoniti gravi, anche la risoluzione diagnostica nei casi dubbi", dice Presenti. "Abbiamo più armi a disposizione – conclude il presidente – e i chirurghi hanno un atteggiamento molto più attento che in passato. E' cambiata la mentalità, che è più 'conservativa' e orientata ad evitare, ove è possibile, l'uso del bisturi a favore della terapia medica".