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Mps, la via stretta per evitare l’aiuto di Stato

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Mps, la via stretta per evitare l’aiuto di Stato
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Gli advisor e i legali sono al lavoro. Così come i tecnici del Tesoro e quelli di Consob e Bankitalia. In vista del cda di Mps di domani pomeriggio si incrociano i contatti per tentare ancora un’operazione di mercato che possa scongiurare l’intervento pubblico, almeno immediato. Ma, è la sintesi che fanno fonti vicine al dossier interpellate dall’Adnkronos, “la via è stretta e le variabili per arrivare a una soluzione del rebus ancora molte“. Si sta lavorando in parallelo su due scenari, quello di mercato e quello pubblico, che sembrano destinati comunque a intersecarsi dopo lo stop della Bce all’ipotesi di una proroga dei tempi per la ricapitalizzazione.

Il cda si troverà domani a dover decidere se esistono i presupposti minimi per un ultimo tentativo o se, al contrario, non resti che accettare che la banca sia salvata grazie al decreto, già pronto sul tavolo del prossimo ministro dell’Economia. Ma, ragionano le stesse fonti, se anche la Consob dovesse consentire la riapertura della conversione dei bond al pubblico retail, oltre 40 mila risparmiatori che hanno in mano 2 miliardi di obbligazioni subordinate, “è molto probabile che almeno una parte dei 5 miliardi che dovevano arrivare dalla ricapitalizzazione, debba essere comunque assicurata dall’intervento pubblico”.

A decidere in quale dimensione e con quale strumento si debba concretizzare l’aiuto di Stato, ovviamente all’interno delle regole europee, saranno le condizioni che usciranno dal lavoro di questo week end. “Ci sono già soluzioni a portata di mano, bisogna portarle a compimento“, sintetizza il vice ministro dell’Economia Enrico Zanetti. E le opzioni possibili sono diverse. Si va da una garanzia per 3-5 miliardi sull’aumento di capitale a un intervento più drastico, in caso di fallimento o di rinuncia alla ricapitalizzazione, con le procedure previste dal ‘burden sharing’ europeo: comporta la conversione obbligatoria dei bond subordinati in azioni sia per gli investitori istituzionali che per i risparmiatori retail. E il Tesoro può intervenire per rimborsare proprio la clientela retail, affidandosi alle modalità previste dalla normativa in caso di mis-selling, ovvero di vendita di prodotti finanziari al pubblico, senza le dovute informazioni.