Home Nazionale Titoli Stato: documento Mef, 2018 anno complesso per gestione debito

Titoli Stato: documento Mef, 2018 anno complesso per gestione debito

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Roma, 21 dic. (AdnKronos) – Il 2018 è stato un anno particolarmente complesso per la gestione del debito pubblico. E, a fronte delle incertezze che presenta il quadro macroeconomico, è difficile prevedere non solo l’evoluzione dei tassi sul debito italiano ma anche quella dei tassi europei. E’ quanto di legge nel documento le Linee Guida per la gestione del Debito Pubblico per l’anno 2019, il documento che illustra le principali strategie di emissione per il nuovo anno, pubblicato dal Mef. Nelle Linee Guida dello scorso anno, si ricorda nel documento, erano stati individuati tre fattori che avrebbero presumibilmente guidato l’evoluzione dei mercati finanziari durante l’anno: un quadro macroeconomico nazionale in progressivo miglioramento, i rischi provenienti da un quadro geopolitico internazionale e nazionale foriero di un elevato grado di incertezza e l’entrata in vigore di nuove regolamentazioni in materia bancaria e finanziaria, soprattutto a livello europeo.
“Si può certamente affermare che tra i tre fattori quello che ha prevalso di gran lunga – prosegue il Mef – è stato quello legato agli eventi geopolitici internazionali e nazionali. È stato questo, infatti, il fattore ad aver segnato una netta discontinuità tra il 2017 ed il 2018, discontinuità che pure il documento dello scorso anno correttamente prevedeva. In effetti, nonostante nella prima parte dell’anno sia proseguita in Europa una tendenza macroeconomica positiva, sulla scia della continua espansione nordamericana, la situazione è andata progressivamente mutando nel secondo semestre, anche per effetto dell’inasprimento del confronto tra USA e Cina in tema di dazi e i conseguenti primi segnali di rallentamento del commercio mondiale”.
“Questo ha avuto effetti inevitabili anche sull’economia europea che, infatti, nel terzo trimestre ha visto molti paesi con crescita nulla o negativa, inclusa l’Italia”. Ed è “in questo quadro, già di per sé sfidante” che “si è inserito il laborioso processo di formazione del nuovo governo italiano dopo le elezioni del 4 marzo e l’annuncio di scelte da parte di quest’ultimo, soprattutto in materia di politica fiscale, che si prospettavano in netta discontinuità rispetto ai governi precedenti”.