Home Arezzo 1.200 studenti impegnati da lunedì con cinque eventi diffusi in Provincia, per diventare “cittadini” capaci di aiutare chi ha un arresto cardiaco

1.200 studenti impegnati da lunedì con cinque eventi diffusi in Provincia, per diventare “cittadini” capaci di aiutare chi ha un arresto cardiaco

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1.200 studenti impegnati da lunedì  con cinque eventi diffusi in Provincia, per diventare “cittadini” capaci di aiutare chi ha un arresto cardiaco

Per cinque giorni la nostra provincia assisterà ad una serie di eventi nelle vallate e in città legate alla settimana per la rianimazione cardiopolmonare.
Si inizia a San Giovanni Valdarno, lunedì prossimo, 14 ottobre, in piazza Cavour. Il giorno dopo Sansepolcro, in Piazza Garibaldi. Mercoledì 16 a Cortona, in piazza Signorelli, giovedì 17 ottobre Bibbiena, piazza Tarlati. Ultima tappa Arezzo, venerdì 18 ottobre in Piazza San Jacopo e alla Borsa Merci, in piazza Risorgimento. Tutti gli appuntamenti iniziano alle ore 9,00
“Viva! – Mi sto a cuore – dichiara Massimo Mandò, direttore del Dipartimento Emergenza-Urgenza della Azienda Toscana Sud Est – è una campagna di sensibilizzazione rivolta in particolare agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado (oltre 1.200 i ragazzi che parteciperanno) ed è aperta all’intera cittadinanza.

Gli istruttori di rianimazione cardiopolmonare illustreranno la rilevanza dell’arresto cardiaco, l’importanza di attivare la catena della sopravvivenza e di saper eseguire le manovre che possono salvare la vita di coloro che ne sono colpiti. Nel corso degli incontri i ragazzi, suddivisi in sessioni di addestramento, si eserciteranno ad eseguire le manovre di rianimazione su manichini e il funzionamento dei defibrillatori.”

In chiusura dei cinque eventi nelle principali piazze dell’aretino, la settimana per la rianimazione cardiopolmonare si concluderà nel pomeriggio di venerdì 18 ottobre alle 16,00 presso l’auditorium dell’ospedale San Donato con un Convegno.
L’arresto cardiaco rappresenta il più importante problema sanitario in Europa. Ogni anno 400.000 persone sono colpite da arresto cardiaco improvviso: molte di queste potrebbero essere salvate se chi è loro vicino fosse in grado di soccorrerle tempestivamente con manovre semplici da eseguire. Il Parlamento europeo ha sollecitato gli Stati membri a realizzare iniziative che aiutino tutti i cittadini e gli operatori sanitari a saperne di più su come soccorre una persona che abbia un arresto cardiaco improvviso.
“Questa iniziativa – afferma Paola Butali, Presidente della Fondazione Andrea Cesalpino- costituisce una tappa di un lungo percorso finalizzato a migliorare la risposta del sistema sanitario locale ai bisogni della popolazione. Con il progetto “Meno tempo più cuore” è stata creata una rete integrata dell’emergenza-urgenza con teletrasmissione del tracciato ecografico del paziente affetto da infarto miocardico acuto per la diagnosi immediata e il successivo rapido trasporto presso le unità coronariche. Successivamente con il progetto “Arezzo Cuore” ci siamo posti l’obiettivo di aumentare la sopravvivenza dei pazienti colpiti da arresto cardiaco in Provincia di Arezzo attraverso il trattamento immediato con Defibrillazione Precoce. I risultati si vedono: in 9 anni di sperimentazione, con circa 1.000 defibrillatori installati e più di 30.000 soccorritori formati, la Provincia di Arezzo è il territorio più cardiologicamente protetto d’Italia. Adesso c’è “Mi sto a cuore”, una campagna di sensibilizzazione rivolta ai giovani e alla cittadinanza sui corretti stili di vita. Il nostro riferimento sono i giovani della Provincia di Arezzo – prosegue Paola Butali – perché, oltre ad essere centrali rispetto a tutte le politiche di prevenzione, a loro appartiene il futuro. Il cuore è la sede delle emozioni, dei sentimenti, delle passioni. Noi, nel nostro piccolo, cerchiamo di impedire che queste si arrestino all’improvviso”.

La Fondazione Cesalpino e la Centrale Operativa 118 non intendono fermarsi su questi già importanti progetti. “Stiamo lavorando – dichiarano all’unisono Butali e Mandò – alla definizione di un nuovo ambizioso progetto: il “Condominio cardio-protetto”, arrivando ad una più capillare diffusione della cultura del soccorso e della presenza di dispositivi salvavita.”