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Asili nido, 13 milioni per sostenere e potenziare l’offerta di servizi per la prima infanzia

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Asili nido, 13 milioni per sostenere e potenziare l’offerta di servizi per la prima infanzia
bimbo asilo

FIRENZE – Promuovere e sostenere l’offerta di servizi educativi per la prima infanzia, cioè quelli che si rivolgono a bambini dai 3 ai 36 mesi di età, anche per l’anno educativo 2019-2020 grazie a oltre 13 milioni di euro che serviranno ai Comuni per andare incontro alle necessità di un numero sempre maggiore di famiglie.

Sono gli obiettivi che si prefigge la Regione Toscana con l’avviso pubblico per il sostegno dell’offerta di servizi per la prima infanzia (3-36 mesi di età) approvato e pubblicato nei giorni scorsi grazie a risorse del Fondo sociale europeo (Por Fse 2014-2020).

La gestione del bando prevede una riserva di risorse a favore dei territori montani e insulari e una corsia preferenziale per le gestioni associate dei Comuni.

Destinatari del bando sono i Comuni toscani, che possono presentare i progetti con richiesta di contributi sia singolarmente che associati.

I beneficari degli interventi sono i bambini in età utile per la frequenza di servizi per la prima infanzia residenti in un Comune della Toscana. I progetti possono riguardare sia la gestione diretta degli asili nido e dei servizi per la prima infanzia da parte dei Comuni, sia la gestione indiretta, sia un intervento di ampliamento dell’orario, sia strumenti come l’acquisto di posti presso strutture accreditate.

La scadenza delle domande è il 20 luglio 2019

Ancora un forte investimento sulla prima infanzia, sottolinea l’assessora all’istruzione formazione e lavoro, che per la Regione rappresenta un’area di attenzione importante. Potenziare i serviz, valorizzarne gli aspetti educativi, sigifica, coerentemente con le indicazioni della Commissione europea, favorire la rottura di un circolo vizioso che sta alla base del perpetuarsi dello svantaggio sociale, oltre ad accrescere le pari opportunità di accesso al mondo del lavoro e la partecipazione delle donne. Un fattore, questo, in grado di incidere – anche in termini di crescita di Pil – allo sviluppo.

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