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Cesare Dragoni, quando il riciclo diventa arte

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Cesare Dragoni, quando il riciclo diventa arte

Lo scorso weekend le sue opere erano esposte in via Bicchieraia. Al primo colpo d’occhio sembrano creazioni in rame, bronzo, stagno. Leghe metalliche, insomma. In realtà, quando l’artista, Cesare Dragoni, spiega che sono realizzate con buste di plastica riciclate lo stupore e l’ammirazione sorgono improvvise.

“Pur ispirandosi alla grande lezione di Burri, ma traendo da questa una sua cifra personale, nell’arte di Dragoni, artista autodidatta, materiali riciclati diventano l’elemento fondamentale di un linguaggio scultoreo sperimentale e originale capace di dare vita a vere e proprie formelle a rilievo” si legge in merito al suo profilo nel sito del Cenacolo degli Artisti Aretini.

Cesare Dragoni, nato ad Arezzo ma con molte esperienze anche all’estero, ha deciso nel 1994 di ricominciare a dipingere, avendo da sempre coltivato la passione per il disegno.

“Iniziando con lo stile figurativo, tra paesaggio e nature morte, utilizzando acrilico, olio, pennello e spatola, Dragoni ha poi deciso di dare avvio alla sua sperimentazione.

Nel 2011 ha iniziato a realizzare opere con resina e con cera d’api, approdando nel 2013 alle combustioni di plastiche e di materiali di scarto, creando “grovigli scultorei” che vogliono dare l’idea di essere senza limiti apparenti” conclude la nota.