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Da Arezzo al Guatemala: la visione di Giulio del mondo

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Da Arezzo al Guatemala: la visione di Giulio del mondo

Una grande esperienza per grandi propositi. Sono partito 6 mesi fa per il Guatemala con un progetto redatto da ASPEm. Ma dobbiamo dare seguito e sostenibilità al progetto, e per questo sto lavorando. Chi viene al mio posto per il prossimo anno” scrive Giulio Balestri sulla sua bacheca di Facebook.

Giulio alcuni anni fa ha capito che avrebbe voluto utilizzare le sue conoscenze e competenze per riuscire a contribuire allo sviluppo sociale e al miglioramento della qualità della vita dei popoli e delle persone che più ne necessitano, utilizzando tecnologie sostenibili e contribuendo alla salvaguardia del mondo e delle popolazioni che lo vivono.

Così ha iniziato a specializzarsi in tecnologie off-grid, letteralmente fuori dalla rete, mettendo a focus il suo interesse sullo sviluppo rurale e sull’accesso all’energia, laureandosi in ingegneria energetica presso l’Università di Bologna.
Negli ultimi anni ha sentito forte il desiderio e la motivazione di entrare in contatto con la realtà del non-profit, dei progetti di cooperazione allo sviluppo e delle ONG.
E’ riuscito a fare il primo passo candidandosi e risultando assegnatario di un contratto di collaborazione al progetto redatto da ASPEm e Fratelli dell’Uomo sullo sviluppo dell’accesso all’energia per gli abitanti delle comunità rurali del Guatemala, nel dipartimento di Totonicapán, dove la ONG locale CDRO è già radicata e conosciuta per fornire attività socialmente utili alle comunità stesse.
Giulio Balestri è nato ad Arezzo ed ha ventotto anni.

La scienza non può stabilire dei fini e tanto meno inculcarli negli esseri umani; la scienza, al più, può fornire i mezzi con i quali raggiungere certi fini. Ma i fini stessi sono concepiti da persone con alti ideali etici” ricorda Albert Einstein.

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Giulio collabora da sei mesi ad un progetto redatto da ASPEm e Fratelli dell’Uomo sullo sviluppo dell’accesso all’energia per gli abitanti delle comunità rurali del Guatemala, nel dipartimento di Totonicapán.

Un volontario in missione per un anno che rappresenta il braccio operativo e la linea di contatto tra la coordinazione del progetto e la sua reale efficienza e operatività.

L’idea nasce sempre da dati e statistiche che, in relazione agli indici di sviluppo socio-economici definiti da organizzazioni internazionali come ONU, definiscono un quadro generale delle situazioni nei vari paesi emergenti.

In Guatemala gli indici dicono che l’accesso della popolazione all’elettricità è alto, quasi totale, ma anche il suo costo è molto alto.

Da qui, l’idea di sviluppare un progetto che possa portare e radicare nel tempo consapevolezza e risorse tecniche ai locali che possano abbassare tali costi, implementando sistemi di produzione elettrica rinnovabili nelle comunità, come pannelli solari, mini-idroelettriche e in generale tecnologie oggi facilmente accessibili.

Da anni le risorse naturali in Guatemala sono state sfruttate per il profitto degli stranieri.

Il Guatemala, come anche altri Paesi nel resto del mondo, ha alle spalle una storia di colonizzazione prima sociale e poi economica, di soprusi e di sfruttamenti, di guerra civile, di barbaro genocidio per mano dello Stato sulle comunità rurali.

Durante i 36 anni di guerra civile, finita nel ‘96, la zona Occidentale del Guatemala è stata teatro di scontri e massacri delle popolazioni rurali discendenti della cultura Maya.
Il Guatemala possiede una bacino di risorse naturali utilizzabili come risorse energetiche veramente imponente: irraggiamento solare, bacini idrografici, vento negli altipiani. Inoltre i potenziali interessi economici riguardano anche altri settori rispetto al solo energetico: lo spazio coltivabile ad esempio, ai monocoltivi delle multinazionali per la grande produzione di prodotti del mercato agricolo e non.

Nel paese in pochi possiedono le capacità tecniche ed economiche per poter sfruttare queste risorse, mentre chi invece le possiede sono i capitali esteri, le grandi compagnie internazionali.
In questo quadro, non si condannano a priori gli investimenti esteri in un paese emergente, visto che da sempre il condividere le risorse tecniche ed economiche permette lo sviluppo.

Ciò che va condannato è l’appropriarsi dei terreni posseduti dai rurali, la loro unica fonte di sostentamento, a scapito del riconoscimento dei loro diritti di partecipazione alle trattative e di un loro equo compenso economico o territoriale.

Questo fenomeno è conosciuto come Land Grabbing, e rappresenta la mancanza di appoggio del Governo e delle Istituzioni verso i locali, per proteggere i loro diritti, nel momento in cui gli si viene imposto l’esproprio della terra.

I contratti vengono spesso firmati anche senza il consulto o la partecipazione delle comunità locali.

Per questo l’attività delle ONG, locali e non, è ciò che oggi rappresenta l’appoggio offerto alle comunità e la resistenza contro questi fenomeni, che promuovono attivamente la tutela dei diritti di una minoranza contro l’interesse economico dei grandi.

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Quando è partito a febbraio ha rinunciato alla vicinanza della sua famiglia, degli amici e al suo lavoro.

Ha scelto di camminare in una via piena di buche e sassolini scomodi.

Un po’ ingenuamente, credeva di arrivare in Guatemala e che tutti lo aspettassero per cambiare il mondo.

Alla fine però nelle scelte che facciamo, anche se talvolta il risultato  tarda ad arrivare, c’è sempre qualcosa di immensamente buono.

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E’ difficile contrastare l’inquinamento, l’effetto serra, quando ci sono grandi gruppi industriali che sfruttano le risorse e Paesi che si ritirano dai trattati internazionali.

Giulio è fermamente convinto che oggi molte risorse tecnologiche esistano.

Ai grandi gruppi industriali, che rappresentano i grandi energivori del panorama, dovrebbe essere imposto attivamente di investire nella riqualificazione delle proprie fonti di sostentamento energetico e dovrebbero essere attivamente incentivate le piccole e medie industrie che si occupano di sistemi energetici sostenibili e le installazioni, anche di piccola taglia come per case e piccole aziende, basate sullo stoccaggio e utilizzo in locale dell’energia prodotta.

Creare insomma un mercato più favorevole ai piccoli produttori a fonti rinnovabili, anche casalinghi, nei confronti dei Fornitori e Distributori di Energia Elettrica; soprattutto si dovrebbe investire tanto nella ricerca scientifica, unica risorsa che permetta di scoprire e perfezionare nuove tecnologie, che possano far fronte ai nostri bisogni energetici e ridurre il loro impatto sull’ambiente.

Non dobbiamo nasconderci dietro il pensiero che il nostro piccolo contributo sia inutile: un consumo energetico responsabile da parte di tutti noi è alla base, nell’ottica di invertire la tendenza.

Un utilizzo cosciente delle risorse nella nostra vita quotidiana, crea un esempio nei giovani e facilita l’inversione della tendenza attuale.

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In Guatemala la municipalità tendenzialmente non appoggia l’intenzione e la volontà delle comunità di autogestire le proprie risorse e le problematiche locali.

Un esempio concreto è rappresentato dalla gestione dell’acqua: la municipalità garantisce e gestisce l’approvvigionamento dell’acqua nei rubinetti di casa solo nelle zone dei centri urbani delle province, dimenticandosi appunto delle comunità che vivono in zone più rurali.

Le comunità rivendicano il loro diritto di gestire le proprie risorse idriche e le sorgenti naturali che si trovano nei loro territori, dunque si organizzano autonomamente con comitati gestiti dall’Alcalde locale per costruire e mantenere delle piccole reti di distribuzione dell’acqua.

I costi vengono ripartiti tra le famiglie, senza la necessità di pagare e delegare il governo o un impresa, statale o privata che sia, che fornisca il servizio.

Organizzano giornate di lavoro comunitario, spesso domenicali, dove tutti gli abitanti sono chiamati a dare una mano volontariamente e a partecipare nel costruire pozzi, tuberie e tutto il necessario a mantenere in vita il sistema idrico o crearne nuovi.

Le necessità della comunità vengono sempre prima delle necessità del singolo e viene messo in compartecipazione anche il proprio lavoro per il bene della comunità.

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Sii il cambiamento che vorresti vedere nel mondo” afferma Mahatma Gandhi.

Giulio afferma che il cambiamento, inteso come miglioramento, progresso, è fatto dalle persone.

Anche la politica, i rapporti commerciali, la scienza, la quotidianità e la vita di ogni giorno è fatta dalle persone.
L’’intreccio tra le nostre vite e quelle di tutti, è fatto di scelte quotidiane, scelte professionali, scelte tecniche.
Tutti abbiamo l’obbligo di compiere scelte nella vita nell’ottica di migliorare la vita di chi ci vive intorno, per il bene degli altri.

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Giulio ama parlare di cosmovisione, un concetto alla base del pensiero Maya. Rappresenta il cercare di comprendere i problemi e la loro gestione in ottica globale, capire come sono condizionati e come condizionano tutta la società, non solo lo spazio circoscritto agli attori del problema stesso.

Le cause e gli effetti di una azione che obiettivamente interessa solo alcune persone per esempio, vengono analizzati con un ottica che tenga in considerazione influenze che si potrebbero ripercuotere in attori apparentemente più lontani.

A livello estremamente pratico, Giulio ricorda che esistono strumenti per appoggiare economicamente il suo progetto con ASPEm in maniera volontaria, come ad esempio il 5 x mille o a donazioni spontanee.

Basta essere curiosi, mettersi in contatto e chiedere informazioni.

Ma la cosa più importante è promuovere quotidianamente un atteggiamento lontano da quello dell’odio che ascoltiamo ogni giorno sui social e nella vita reale, lontano dai pregiudizi, lontano dal clima di intolleranza verso le minoranze, verso chi ha meno fortuna di noi e chi è costretto ad emigrare per vivere.

Accendere la testa e aprire le orecchie prima di aprire la bocca, insomma, impegnandoci TUTTI a promuovere umanità e giustezza, rifuggendo da chi si impegna quotidianamente a rendere le disuguaglianze ancora più nette, a diffondere odio, intolleranza e mancanza di rispetto verso la vita.

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