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Giornata di studio sulla Badia di Capolona

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Giornata di studio sulla Badia di Capolona
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L’antica abbazia di Capolona, posta in prossimità dell’abitato di Castelluccio all’uscita dell’Arno dal Casentino, sarà al centro, sabato 18 maggio, di una intensa giornata di studio organizzata dalla Società storica aretina, d’intesa con il Comune di Capolona e la Deputazione di storia patria della Toscana, con la sponsorizzazione della ditta Caporali & Bruni di Subbiano. All’importante evento culturale hanno dato il loro patrocinio il Consiglio regionale della Toscana, la Provincia di Arezzo e la Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro.

La giornata, che si avvale della partecipazione di specialisti di discipline e periodi storici diversi, si propone di ricostruire la storia dell’abbazia di S. Gennaro a Capolona, ripercorrendone le principali vicende dalla fondazione − avvenuta sullo scorcio del X secolo − ai giorni nostri. Dopo essere stata − dal X al XIII secolo − un importante centro di vita monastica, l’abbazia, già dotata di un cospicuo patrimonio immobiliare e fondiario, dalla metà del XV secolo è eretta dai pontefici in commenda, a favore di illustri umanisti come Giovanni Tortelli e Leonardo Dati. Saccheggiata e semidistrutta nel 1527 dall’esercito imperiale diretto a Roma, nel XVI e XVII secolo viene data in commenda alla famiglia fiorentina dei Della Stufa, che ne otterrà anche il diritto di padronato, cioè la facoltà di nominarne direttamente gli abati. Estintasi la linea maschile della famiglia, le proprietà abbaziali tornano di libera collazione dei pontefici, non senza che in merito venga sollevato dai Corsi, eredi Della Stufa, un contenzioso che si chiuderà solo nel 1779. Il sito, ancora oggi di grande suggestione e bellezza, viene poi acquisito dalla famiglia aretina dei Bacci, che, sui ruderi dell’antico edificio abbaziale, erige una villa, passata ai De Giudici, quindi ai Persichetti ed, infine, alla famiglia Salvadori che la trasforma nell’attuale resort.

La giornata prenderà avvio alle ore 9,30, nel resort Badia di Campoleone, con il saluto dei promotori e delle autorità. Ad aprire la parte scientifica sarà poi Jean Pierre Delumeau con una relazione introduttiva:Tra signori, abbazie e città: la Badia a Capolona dal Mille ai primi del Duecento”. Seguiranno gli interventi di Simone De Fraja, sulle vicende architettoniche dell’abbazia dalla fondazione al primo Duecento, e di Gian Paolo Scharf, sull’abbazia fra Due e Trecento ed i suoi rapporti con il Comune aretino. A completare la sessione mattutina, presieduta da Paola Benigni, curatrice del convegno insieme a Luca Berti, saranno Saida Grifoni (“L’Arno presso la Badia di Capolona: appunti di geografia storica”) e Isabella Droandi(“Pittura murale e iconografia: testimonianze storico-artistiche tra la Badia di Campoleone e il territorio”).

La sessione pomeridiana, con inizio alle ore 15, vedrà gli interventi, sotto la presidenza dello stesso Delumeau, di Antonio Manfredi (“L’istituto della commenda e la Badia di Capolona: due unanisti e un monastero”), Mariangela Regoliosi (“Un umanista commendatario dell’abbazia: Giovanni Tortelli”) e Roberto Cardini (“Appunti su Leonardo Dati”). Sarà poi la volta, dopo una breve pausa, di Anna Pincelli (“La Badia ridotta a guisa di Villa delitiosa: vicende architettoniche dal tardo medioevo al Novecento”), Camillo Berti (“Vicende amministrative, demografiche e paesistiche del territorio”) e Roberto Verdelli (“La recente trasformazione della struttura in relais”).