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“Il Buddha era una persona concreta” di Stefano Bettera

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“Il Buddha era una persona concreta” di Stefano Bettera

LIBRI per TUTTE le ORECCHIE

Paesaggi Letterari Settimanali

Perché Buddha era una persona pratica?

Perché diffidava di ogni genere di verità preconfezionata.

Lui stesso esortava a non credere a niente senza prima averlo sperimentato.

Più che alle grandi domande, senza dubbio importanti, era interessato a come ci relazioniamo con ciò che ci accade, nella nostra esperienza, a ciò che genera disagio e a come affrontarlo.

Come disse una volta Woody Allen, l’universo si sta dilatando ma continuerà ad esistere per miliardi di anni.

Fino ad allora è meglio sapere come vivere il nostro presente.

Questo è il genere di pragmatismo di Gotama.

Stefano Bettera quando trent’anni fa si è avvicinato agli insegnamenti del Buddha lo ha fatto con lo sguardo del bambino curioso e anticonformista che da sempre lo accompagna.

È stato così che a un tratto la sua irrequietezza infantile, il suo disagio di adolescente e di giovane uomo, prima studente poi giornalista, hanno trovato un felice sbocco negli stimoli del pensiero del Gotama.

Il Buddha era una persona concreta edito da Rizzoli e da aprile sugli scaffali di tutte le librerie vuole essere un inno alla libertà e alla gioia e il tentativo di creare un ponte tra diverse saggezze e tra i pensatori che le hanno incarnate.

A Oriente e a Occidente.
buddha_1Perciò Stefano ha provato a mettere allo stesso tavolo uomini, a partire da Gotama, il Buddha, apparentemente distanti, ma in realtà molto simili per rintracciare gli elementi di attualità che possano parlare a noi oggi.

Senza pregiudizi o scorciatoie.

Oggi viviamo un forte senso di frammentazione che aumenta la solitudine e lo smarrimento.

Le persone faticano ad affidarsi ancora a tradizioni, siano esse religiose, politiche o di pensiero che non sono in grado di fornire elementi validi per rispondere a queste domande di senso.

Il buddhismo con il suo approccio gentile, compassionevole e pratico sembra in grado di coinvolgere i tanti che non cercano una nuova fede ma un modo per condurre una vita più serena nella complessità della quotidianità.

Il viaggio di Stefano inizia dall’India di duemilacinquecento anni per giungere in Grecia, da Gotama ad Epicuro e Socrate, fino ai nostri giorni, a Woodstock o all’ironia di Woody Allen, a Nietzsche a Camus e tanti altri.
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Ma non siamo di fronte a un altro saggio sul buddhismo o sulla filosofia ma al racconto e alla testimonianza di una storia, di un percorso umano, con una sua colonna sonora di canzoni, film, poesie e costellata di episodi e personaggi che ho incontrato nella mia vita e alle cui saggezze mi sono ispirato.

Il Buddha era una persona concreta è, soprattutto, la ricerca di una strada per vivere una vita più equilibrata, felice, una vita filosofica.

Del resto la parola buddhismo è un’invenzione occidentale, per mettere un’etichetta su qualcosa che non è facilmente definibile anche se ha un sapore comune che deriva dall’insegnamento di Gotama, il Dharma.

Che è qualcosa da fare, da mettere in pratica, non qualcosa in cui credere.

Ecco perché ogni “ismo” diventa abbastanza inutile.

Si può benissimo praticare senza prendere a bordo molti concetti di carattere culturale che sono rispettabili ma poco funzionali per il nostro tempo.
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Il libro ha un meraviglioso taglio narrativo.

L’aspetto della concretezza non è solo una scelta ma la convinzione profonda che se questi insegnamenti non sono calati nella realtà, nell’esperienza di ciascuno di noi, se non vengono raccontati in modo che possano essere compresi e vissuti, sono come dei quadri imponenti appesi alla parete ma avranno ben poco effetto sulla capacità di trasformarci.

Nelle pagine Stefano mostra come per molti pensatori del passato e del presente la felicità è un obiettivo possibile e la saggezza che ci aiuta a raggiungerla non è astratta, non è solo pensiero.

Ma è profondamente radicata nell’esperienza.

Nel libro si parla di vita.

Di come per diventare felici sia necessario innanzitutto praticare la gentilezza con se stessi e gli altri.

Il libro parla di una persona concreta e lo fa in modo concreto perché o queste saggezze ci aiutano a fiorire davvero come esseri umani o restano soltanto belle idee.

Il Buddha, inizia la sua strada con un gesto di ribellione radicale contro la società dove è cresciuto e la sofferenza che affligge gli uomini.

Sceglie di affermare la preziosità della vita contro tutto ciò che ci fa morire quando siamo ancora su questa terra.

Sceglie di mettere l’essere umano in condizioni di vivere pienamente la sua esperienza, con il suo bisogno di dignità, di amore e ascolto.

E questo può avvenire se concediamo alla consapevolezza di guidare le nostre azioni.

Se riusciamo così a prenderci cura della fragilità nostra e del mondo.

Più riusciamo ad aumentare le occasioni in cui siamo disposti a dire si alla vita, a ciò che ci vuole così come siamo più comprendiamo qual è la strada per diventare davvero ciò che siamo e per creare la condizioni perché tutti possano esserlo.

Più autentici, consapevoli e felici.
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Il Buddha era una persona concreta parla anche ai laici.

Perchè gentilezza, cura e generosità sono concetti universali.

Il libro è organizzato in cinque passi che si possono concretamente riprendere nel nostro vivere quotidiano.

Ogni capitolo affronta un tema.

Saggezza, Gentilezza, Sorriso, Consapevolezza, Ricerca interiore, Compassione, Cura e Educazione, mettendolo in relazione sia con il messaggio del Gotama sia con il mondo d’oggi offrendo allo stesso tempo una pratica concreta da sviluppare e uno schema di meditazione.

Stefano Bettera, scrittore e giornalista, ha compiuto studi classici e filosofici e sul Buddhismo antico al Bodhi College in Inghilterra.

Tiene corsi e incontri in diversi centri in tutta Italia, collabora con Yoga Journal dove ha una rubrica fissa e con diverse altre testate fra cui Io Donna.

Ha scritto un libro  che parla di felicità, saggezza e gentilezza, di cura e generosità.

Ma, in fondo, racconta una storia, la storia di una personale rivoluzione gentile.

Al termine della lettura non possiamo che raccogliere un’esortazione ad abbracciare la nostra vita, qualunque essa sia, con gentilezza e compassione.

E a dire sì a tutto ciò che ci porta libertà e felicità.

RUBRICA A CURA DI ROBERTO FIORINI