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La bellezza sia con te di Antonia Arslan

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La bellezza sia con te di Antonia Arslan

LIBRI per TUTTE le ORECCHIE

Paesaggi Letterali Settimanali a cura di Roberto Fiorini

 

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La bellezza salverà il mondo scrive Dostoevskij.

La pace sia con te ricordano invece i testi sacri.

E con il tuo spirito si risponde di solito, augurando almeno a parole ogni bene al prossimo stringendosi la mano.

La bellezza sia con Te è invece il titolo del romanzo di Antonia Arslan, scrittrice padovana di origini armene autrice de La Masseria delle Allodole da cui i fratelli Taviani hanno tratto un film di successo.

Archeologa, docente, saggista, romanziera e voce del genocidio armeno con La bellezza sia con te lancia un monito prezioso, un viatico essenziale.

Antonia Arslan
Antonia Arslan

Un viaggio che aggiunge un tassello alla storia armena.

Un viaggio che è anche un bellissimo inno ai libri e alla lettura, perché leggere è bello, condividere la vita degli altri apre mondi, apre il cuore e la mente.

C’è sempre una strada da un cuore all’altro recita il sottotitolo, e quella strada può essere colmata da un libro.

Un libro può essere medicina nelle giornate buie.

Nel cuore dell’essere umano la speranza resiste anche se falsi predicatori o profeti di sventura vorrebbero instillare odio e negatività.

La bellezza per Antonia Arslan è fatta di tante fiammelle che resistono nel mondo.

La dolce forza della memoria, dei piccolo grandi gesti, del camminare assieme, anche se per tutti prima o poi si fa sera.

L bellezza sia con te
La bellezza sia con te

Un romanzo che è anche un augurio.

Un invito e un anelito di pace e speranza universale per la costruzione di una società migliore, più accogliente, più unita nelle diversità.

Un libro che è anche una riflessione profonda, alla condivisione, in primo luogo di beni spirituali, più preziosi e necessari di quelli materiali, e di un comune senso di umana fratellanza in cui riconoscersi, da cui ripartire, per il quale impegnarsi e concretamente agire.

E’ vero.

Ci vuole molto coraggio per cercare sempre di vedere il bicchiere mezzo pieno, per osare la ricerca del cane che salva l’uomo e non di quello che lo azzanna.

Perché in tempi troppo spesso bui, la segreta bellezza dell’altro è la sola fonte di salvezza, l’unica luce che possa liberarci dalle tenebre dell’intolleranza.

Non esiste crescita interiore senza condivisione.

Non c’è cammino senza incontro.

Non c’è amore senza memoria delle origini.

Una bellezza che evoca la capacità di accettare il dolore, la perdita, la necessità di ricomporre l’armonia dopo un dramma e tiene vivo il ricordo del passato come monito per le generazioni.

Implica e richiede amore, così come pure la responsabilità di prendere decisioni difficili.

A volte estreme.

È il primo giorno d’estate.

Fa caldo.

È alla stazione di Padova, aspetta un treno veloce, una freccia tutta rossa che sta arrivando.

Ma sullo stesso binario intanto passa un lungo treno merci che non si ferma, diretto chissà dove: una vecchia locomotiva che traina allegramente un numero infinito di vagoni aperti, vuoti, rugginosi, sferraglianti.

E quel rumore meraviglioso, al pari del ricordo per esempio di un padre che leggeva di continuo e tanti testi insieme e di una madre che invece più diligentemente ne portava avanti uno alla volta, in ordine, sul comodino, risuona in testa come se si trattasse di una musica di partenze e di addii, tale che ogni volta che lo ode lei si commuove.

Infatti il vecchio treno merci non compete di certo con le frecce o con altre sofisticate novità.

E ha trasportato passeggeri solo in giorni lontani, giorni da dimenticare, terribili, orrendi, tristissimi, inumani.

Le sbarre dei vagoni tutti uguali, tutti ugualmente tristi e pieni di ruggine, non contengono niente, e l’aria circola in mezzo liberamente, mescolandosi al fischio lamentoso della locomotiva.

Forse solo qualche creatura d’aria è rimasta intrappolata da quelle sbarre, e ora vi si appoggia stanca, sfinita, esausta, estenuata, lasciandosi cullare dal vento.

Forse sono solo parole abbandonate.

E poi c’è la famiglia.

Quel luogo fondamentale nella vita di ognuno di noi così come in letteratura.

Dalla famiglia alla comunità, fino ad arrivare al popolo.

Nel libro ricorre spesso il canto.

Cantare allenta la tensione e pone in armonia con l’universo.

E quindi diventa bellezza.

Il canto dona armonia alle parole semplici.

Come la letteratura, restituisce in forma diversa azioni ed emozioni che appartengono a tutti noi.

Partenza, arrivo, gioia, disperazione trovano una loro armonia.

Ma la bellezza innanzitutto.

Quella bellezza che va ricercata soprattutto nei momenti peggiori, quando diventa fermento di speranza, volontà, passione