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Operatori di strada in lotta contro il disagio

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Operatori di strada in lotta contro il disagio

Lucia Tanti: “Arezzo città sicura e coesa. Grazie a un approccio completamente nuovo che non segue la logica dell’emergenza ma quella di azione strutturate”

Presentato dall’assessore alle politiche sociali Lucia Tanti il progetto delle Unità di strada. Si tratta di una forma di intervento già attiva e contraddistinta dall’azione degli operatori dell’associazione DOG, rivolta ai senza fissa dimora e ai giovani coinvolti in situazioni di disagio, legate ad esempio al consumo di alcol. Nei confronti dei primi, gli operatori indicano i servizi sul territorio ai quali è possibile rivolgersi ma misurano anche l’entità del fenomeno e la percezione che ne hanno i cittadini. Nei confronti dei secondi, gli operatori si preoccupano di sensibilizzarli su quanto è possibile fare in termini di prevenzione.

“Parliamo di azioni – ha sottolineato l’assessore Lucia Tanti – mirate al rafforzamento delle attività esistenti nel territorio grazie a una modifica qualitativa dell’approccio, ovvero passare dalla gestione dell’emergenza, in particolare nei mesi invernali, verso azioni maggiormente strutturate che lavorano sulla presa in carico e sul potenziamento delle capacità della persona, fino alla residenza stabile per i senza dimora. Le unità di strada implementano il progetto ‘Arezzo città sicura e coesa’, approvato dalla Giunta fin dal 2016, con un pronto intervento nelle piazze e nei luoghi di aggregazione, in stretto collegamento con altre realtà come il dormitorio e i servizi sociali del Comune. Queste sentinelle intelligenti operano a Indicatore, da dove sono provenute sollecitazioni a causa della presenza di persone poco raccomandabili, nel centro storico, mentre a Saione un comitato ne ha richiesto la presenza per contribuire, accanto alla polizia locale e alle forze dell’ordine, al presidio e al monitoraggio del quartiere. Si tratta di zone che non abbiamo scelto a caso ma individuato a seguito di puntuali segnalazioni. Al target tradizionale dei senza dimora, si stanno dunque aggiungendo i giovani e certe loro abitudini che vogliamo combattere, confidando nella collaborazione delle famiglie e, ove presenti, dei centri di aggregazione ”.

Come operano concretamente? Gli operatori di strada frequentano i luoghi dove sono presenti le persone senza dimora o che manifestano forme di disagio, ne rilevano il numero, prendono contatto con gli esercizi commerciali e le altre attività presenti per capire quanto il fenomeno sia percepito, quali caratteristiche e impatto abbia e a quali cause sia legato, distribuiscono materiale informativo, generi di conforto e sanitari, provvedono a instaurare relazioni di fiducia, praticano l’ascolto attivo al fine di far emergere i bisogni e sostenere le persone nella elaborazione di scelte migliorative, partecipano a incontri con i servizi sociali, le forze dell’ordine, la prefettura, la questura e la polizia locale. Quindi segnalano la persona a servizi sociali che svolgeranno attività di accoglienza e prima analisi dell’utenza, in vista di una presa in carico e di una sistemazione dignitosa in termini di alloggio o di un percorso di reinserimento. Le uscite settimanali sono almeno tre, per ciascuna sono coinvolti come minino due operatori.

Roberto e Luca Norelli dell’associazione DOG: “parliamo di operatori di strada ma siamo operatori-psicologi, operatori-esperti del mondo del lavoro e della formazione e queste competenze ci consentono di individuare le persone che rischiano di andare verso una condizione di disagio forte e reindirizzarle nei binari giusti. Creare gruppi di coesione sociale contribuisce alla cittadinanza di riappropriarsi del territorio. Abbiamo ampia libertà di movimento che coinvolge anche le scuole”.

“Si tratta di un impegno complesso – ha concluso Lucia Tanti – ma che è una delle sfide da vincere nell’anno in corso”.

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