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“Arezzo ha bisogno di un Sindaco che rispetti il suo ruolo istituzionale”

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“Arezzo ha bisogno di un Sindaco che rispetti il suo ruolo istituzionale”

Cardiologia? Non segue i suoi i pazienti. Asl? Asl usa male i tamponi molecolari. Ospedale da campo? E’ la soluzione ma non vogliono darmi retta. Pungitido per i bambini? Verranno tutti.  Screening di massa? E’ la carta vincente contro il Covid. 40 dipendenti comunali a fare tracciamento? 1.000 telefonate fatte.

Sindaco Ghinelli, le chiediamo scusa. L’abbiamo sempre accusato di immobilismo ed abbiamo sbagliato. Quando non faceva nulla, perlomeno non faceva danni. Adesso ne sta provocando uno dietro l’altro. Su cardiologia è stato costretto a chiedere scusa. Prevediamo un esito analogo con l’accusa sui tamponi ad uno dei settori della sanità più esposti e  più impegnati nella lotta al Covid. L’ospedale da campo è rimasto nei suoi sogni.

Quanto ai 40 dipendenti comunali impegnati sul tracciamento, che ringraziamo comunque per il senso di responsabilità dimostrato, visto che sono dipendenti pubblici e non privati del Sindaco, sarebbe interessante sapere da quali uffici comunali sono stati disimpegnati, come sono stati formati, quale attività concreta svolgono. Dire che  hanno fatto 1.000 telefonate senza dire con quali risultati, è oggettivamente un po’ poco.

E arriviamo a pungidito e screening di massa. Da una parte l’Asl che “usa male i tamponi molecolari” e dall’altra il Comune che esegue test a pioggia. Prima domanda: con quali soldi? I kit sierologici sono stati acquistati, leggendo il provvedimento del 19 novembre del Comune, senza alcuna forma di gara. Seconda domanda: sono veramente utili? Il sindaco ha dichiarato che danno risposte affidabili. Giusto. Ma a quale domanda?  Contrariamente al Sindaco, noi siamo in palazzo comunale per rappresentare i cittadini e non per fare i medici. Facciamo una domanda molto semplice che pensiamo  sia quella del cittadino che si reca a fare i test comunali: ho il Covid? Il test gli dice, semplicemente, se lo ha avuto in quanto individua la presenza di anticorpi. Non solo: il livello di certezza è ben lontano dal 100%.

Quindi può risultare la presenza di anticorpi e quindi si procede al tampone molecolare. Oppure può non risultare ma essere un falso negativo. E il cittadino come si sente? Ovviamente “negativo” e va avanti con la sua vita di sempre: al lavoro, in famiglia, a scuola.

Il Sindaco è fortemente impegnato in un ambito, quello sanitario, che non è il suo. E non si occupa di politica sanitaria ma di scelte e azioni che sono proprie delle professioni sanitarie. Saremmo curiosi di sapere cosa penserebbe lui – ingegnere – di un infermiere che si mettesse a fare i calcoli del cemento armato.

Pensiamo che  le sue azioni in sanità siano nella grigia terra di mezzo che divide la non competenza professionale dalla conseguente pericolosità.

E non pensiamo solo ai falsi negativi ma anche al discredito che crea sul personale sanitario che ha invece bisogno del sostegno di tutti; alla frattura che separa sempre di più il Comune di Arezzo dalle altre istituzioni; all’isolamento di un Sindaco che non appare alla guida di una comunità ma ormai rinchiuso in una fortezza alla quale pochi o nessuno ha accesso.

Siamo convinti che altri settori dovrebbero vedere sviluppare il suo ruolo istituzionale. Le previsioni per il prossimo anno annunciano per Arezzo una flessione del 10% del valore aggiunto. Analoghe cadute per ore lavorate e quindi per occupazione e consumi. Tutti i settori produttivi e dei servizi sono in crisi. Le conseguenze sociali rischiano di essere drammatiche e in parte lo sono già oggi. Perché non utilizzare le energie che impiega nel fornire numeri già noti e nel sostenere proposte improbabili per costruire una cabina di regia sui temi economici e sociali? Perché non mettere a punto un piano di investimenti e lavori pubblici che possa sostenere le imprese locali?

Comprendiamo che per far questo occorre una visione politica che non sia centrata sulla propria persona e sappiamo di chiedergli un sacrificio. Quello del Sindaco è un lavoro duro ma qualcuno lo deve pur fare e i cittadini hanno scelto lui. La campagna elettorale è finita ed è arrivato il momento di concrete azioni amministrative.