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Associazione D.I.M.A. e Armonica Onlus insieme per San Pancrazio

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Associazione D.I.M.A. e Armonica Onlus insieme per San Pancrazio

Continua il sodalizio tra l’Associazione Culturale D.I.M.A. di Arezzo e Armonica Onlus di Roma, associazione nata dall’idea di Monica Volpini e Marco Morricone.
Sull’onda di questa collaborazione che oggi vede anche la presenza della Fondazione Casa dello Spirito e della Arti di Arnoldo Mosca Mondadori, il Comune di Bucine organizza un evento dedicato al tema della memoria nel Centro Interculturale e Museo della Memoria “Don G. Torelli” (Fattoria di San Pancrazio) di San Pancrazio, Bucine (AR), per iniziare un percorso di rivalutazione del luogo come museo, residenza artistica, laboratorio permanente di formazione e produzione.

Domenica 26 gennaio alle 17, nella piccola Chiesa di San Pancrazio, in occasione della Giornata della Memoria 2020, si potrà assistere a un evento con presenze di eccezione, organizzato in collaborazione con la Compagnia Teatrale Arcazzurra, in cui le letture a cura della straordinaria attrice Ottavia Piccolo, accompagnate dalla chitarra di Giorgio Albiani, direttore artistico di D.I.M.A., introdurranno a un momento di riflessione su ciò che questo luogo rappresenta e sul futuro. Durante l’evento verrà effettuata la donazione di un’opera d’arte offerta al Museo della Memoria offerta da Arnoldo Mosca Mondadori, Presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti di Milano e da Marco e Monica Morricone.

San Pancrazio e la sua storia sono oggi un “patrimonio” che unisce il valore materiale a quello immateriale, l’intenzione di questo evento è quella di richiamare la comunità e le Istituzioni a svolgere un ruolo attivo nel riconoscimento dei valori dell’eredità culturale che rappresenta.

Un luogo di grande bellezza nel centro della Toscana, che è stato teatro di una delle più terribili stragi della seconda guerra mondiale.
Il 29 giugno 1944, il piccolo paesino della Val d’Ambra aretina abitato da contadini inermi, è oggetto di rappresaglia nazi-fascista, in cui perdono la vita 65 persone di sesso maschile tra i 15 e gli 80 anni. Sulle macerie di questo evento, le donne negli anni a seguire, ricostruirono muri, fiducia e futuro per le nuove generazioni.
Oggi un roseto di settanta rose, ricorda le anime di chi ha perso la vita il quel luogo.

Questo evento si pone nella linea tracciata dal Festival Internazionale Il Roseto della Musica: Giorgio Albiani, direttore artistico dell’Associazione Culturale D.I.M.A. International Music in Arezzo con il suo staff, ha realizzato il sogno di creare una scuola estiva in questo luogo, portando suono e vita dove la memoria era solitudine, frustrazione e dolore.
Dal 2015 ogni anno 30 giovani da tutto il mondo, guidati da docenti provenienti da istituzioni di Alta Formazione Artistiche Musicali italiane, russe, argentine, francesi, belghe e monegasche, si riuniscono nella fattoria oggi Centro Interculturale “Don G. Torelli”, in una residenza artistica ispirata dalla storia, nutrita dalla cultura e spinta da un progetto che guarda al futuro alimentato dalla gratitudine, dall’affetto e dalla sorpresa che la gente del luogo vive ogni anno: un miracolo di suono e colore che spazza via buio e dolore.
Se è vero che “la bellezza salverà il mondo”, sicuramente il bello e l’arte stanno salvando San Pancrazio creando una memoria condivisa e partecipata: per le nuove generazioni un insegnamento per la costruzione di futuro umano e sereno in opposizione al clima di odio e di paura che questi ultimi tempi ci stanno proponendo.

L’arte come linguaggio e percorso sanificatore per l’integrazione delle diversità e superamento dei conflitti.
Il progetto culturale e formativo a San Pancrazio nasce dal fatto che l’arte e in particolare la musica, con la sua intrinseca capacità di infondere gioia e benessere, è lo strumento privilegiato per ri-armonizzare e riportare equilibrio nei luoghi di disagio e in situazioni di dolore e difficoltà. L’arte musicale, annullando le distanze, le differenze di provenienza, di condizione, di cultura, si serve di un linguaggio universale “edenico” (cioè, di originaria e prima forma di comunicazione, anteriore ad ogni idioma) che favorisce una comune e reciproca contaminazione e riesce a divenire, pertanto, vero strumento di servizio, condivisione, “coralità”, unione, e soprattutto di incontro e “dono” all’altro da sé.
La musica, poi, per la sua intima necessità di silenzio, per il suo respiro interiore che proietta decisamente verso la contemplazione, la meditazione e la disciplina, è punto di partenza e strumento per realizzare un’iniziativa caratterizzata anche dal forte contenuto spirituale e dalla volontà di generare e favorire integrazione, inclusione e condivisione. Le arti sono a San Pancrazio, insomma, le “padrone di casa” che accolgono in un grande abbraccio ogni forma di creatività ed espressione, senza imposizioni, se non quella di ascoltare e farsi ascoltare, e che ha il punto di unione nella natura e nella sensibilità di ognuno e di tutti.

Il dono della Croce di Lampedusa al Museo della Memoria di San Pancrazio.
Una Croce che unisce indissolubilmente la memoria di un dramma del passato e la memoria di un dramma del presente entrambi, scaturiti dalla necessità e dal diritto di cercare un futuro migliore per se e i propri figli.
Una Croce che ricorda a tutti, che la realizzazione di un mondo più umano e vivibile, è responsabilità di tutti e che di fronte a tali drammi non potevamo e non possiamo dire di non sapere.

Il dono del Suono.
Il suono è storia, cultura, immanente, parla a tutti senza mediazione o equivoco legato all’idioma o alla parola. Non è importante quale genere o quale stile, la musica è Il segno artistico della creatività dell’uomo nella sua aspirazione mistica più elevata. E’ spirito nella sua forma universale è il lato luminoso dell’anima umana, nella sua espressione creativa fatta di ascolto, condivisione, creatività, intelligenza e coraggiosa speranza nel futuro che salverà l’uomo dal suo lato più oscuro, mettendolo al riparo da paura, violenza e odio.

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