Home Arezzo Carlo Baglioni, candidato portavoce M5S in Consiglio Comunale ad Arezzo. Ecco la presentazione

Carlo Baglioni, candidato portavoce M5S in Consiglio Comunale ad Arezzo. Ecco la presentazione

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Carlo Baglioni, candidato portavoce M5S in Consiglio Comunale ad Arezzo. Ecco la presentazione

Carlo Baglioni, docente di scuola primaria, esperto nei processi di formazione e consulente di docenti presso un’associazione di categoria. Aretino, sposato, con due figli. Da sempre sostenitore di iniziative di volontariato e solidarietà finalizzate alla promozione delle fasce più deboli della popolazione. Tra queste, negli ultimi anni si è occupato anche della sensibilizzazione della cittadinanza sul tema della prevenzione del gioco d’azzardo patologico.

Perché ha deciso di candidarsi come consigliere comunale nella lista del M5S?

Negli scorsi mesi ho conosciuto  Michele Menchetti ed altri membri del gruppo M5S Arezzo e mi ha colpito da subito la loro onestà intellettuale e apertura mentale nei confronti di tutte le persone che abbiano a cuore la nostra Città e che abbiano idee valide per promuoverla, fuori da dinamiche di partito e indipendentemente da conoscenze personali. Quando mi hanno chiesto di far parte del loro gruppo come candidato, ho letto con attenzione il loro programma, al quale ho persino avuto fin da subito la possibilità di contribuire, ed ho accettato la proposta come un’occasione di mettere le mie competenze al servizio della mia Città.

Che idee promuove?

Mi occupo da sempre di formazione; ritengo una priorità aiutare le famiglie nel loro sempre più difficile compito educativo. Molti genitori ci dicono che non sanno più come educare i loro figli e scuola e famiglia sono sempre più spesso in contrasto nel perseguimento di questo obiettivo, fondamentale per il futuro della nostra società. La realizzazione di percorsi aperti di formazione per il sostegno alla genitorialità, con la collaborazione di amministrazione, scuole, asl ed enti formativi, sarebbe un buon punto di partenza per fornire i genitori di strumenti necessari allo svolgimento del loro delicato compito e ripristinare l’antica alleanza scuola-famiglia, necessaria per lo sviluppo armonico di ogni bambino,e, purtroppo, da tempo incrinata.

Nella sua idea di formazione rientra anche la sensibilizzazione delle nuove generazioni al problema dell’azzardo?

Certamente. La dipendenza da gioco d’azzardo è una delle piaghe della nostra città, nella quale proliferano sale slot e bar o tabacchi dove padri di famiglia si rovinano “tentando la fortuna” . In quanto membro del Movimento “SlotMob”, oltre ad aver promosso nella nostra Città iniziative pubbliche di “deslottizzazione” (liberare bar ed esercizi pubblici da slot-machine, videolotterie ed altri giochi di azzardo legalizzato), siedo al tavolo del gruppo di lavoro GAND  (Gioco d’Azzardo e Nuove Dipendenze), nel quale progettiamo interventi di formazione mirati alle scuole ed alla cittadinanza su questo tema ancora troppo sottovalutato.

Parallelamente  vedo necessario un ritorno alle massicce campagne di sensibilizzazione per la prevenzione delle “vecchie dipendenze” (droga e alcool) che si facevano negli anni 90 nelle scuole e che negli ultimi anni si sono un po’ indebolite. Ciò ha  favorito un preoccupante fenomeno di crescita nell’abuso dell’alcool e nel consumo di cocaina ed eroina nella nostra Città, anche tra le giovanissime generazioni, con un conseguente incremento della micro-criminalità e diffusione di zone di spaccio che costituiscono una minaccia per la sicurezza della cittadinanza.

Proprio la sicurezza è uno dei temi per il quale maggiormente si sta battendo il M5S di Arezzo in questo periodo. Non pensa che questo obiettivo possa scontrarsi con le politiche di accoglienza, solidarietà e promozione sociale che lei sostiene?

Assolutamente no. Anzi le due cose sono necessariamente complementari.

Non può esserci vera sicurezza in una città in cui non si compia una lungimirante opera di formazione e sensibilizzazione delle nuove generazioni alla prevenzione delle dipendenze,  unitamente ad opere di reale integrazione nel tessuto sociale delle frange più deboli della popolazione e ad un progetto di promozione delle periferie urbane ed esistenziali.