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Il Covid si combatte anche con la verità e la coesione istituzionale

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Il Covid si combatte anche con la verità e la coesione istituzionale
Antonio d'Urso

La battaglia per contrastare la diffusione del Covid è una delle più difficili della storia recente. Può essere vinta  solo con comportanti efficienti, solidali, innovativi e coraggiosi. Dispiace constatare che ci sono alcuni amministratori pubblici che si sottraggono a questa logica e che fanno la scelta della contrapposizione, dello scontro, del municipalismo  e del non rispetto dei professionisti della sanità che stanno operando in condizioni difficilissime. Scelta che porta discredito a chi è impegnato in prima linea nella battaglia contro il Covid e che in ogni ora del giorno è alla ricerca delle soluzioni migliori.

Scelta che porta alla improbabile battaglia di valorizzare esclusivamente il proprio operato a danno di quello di tutti gli altri.

Scelta che porta alla divisione nella comunità locale e che non reca alcuna utilità alle persone che tutti quanti siamo chiamati a tutelare.

Ecco alcune risposte nel merito delle accuse della Sindaca Silvia Chiassai Martini

1 – Il macchinario decantato dalla Sindaca si è rivelato non utilizzabile perchè forniva risultati non affidabili. E ciò per decisione non solo della ASL TSE ma anche della Regione Toscana che ha ritirato lo strumento su tutto il territorio regionale.

2 – Le mascherine messe a disposizione durante l’emergenza di primavera non erano certificate. Impossibile, quindi, da parte dell’Asl utilizzarle in un ambito, quello sanitario e ospedaliero, che richiede la massima attenzione.

3 – Per quanto riguarda gli alunni contatti di caso, il tampone naso faringeo è obbligatorio ed è eseguito direttamente dalla Asl per la cui analisi vengono utilizzate le tecnologie presenti in Laboratorio. Il  test sierologico di cui scrive la Sindaca non è un esame che può essere utilizzato per i compagni di classe del caso. La Sindaca deve evitare di fare confusione tra i due test (comunemente detti “rapidi”).

La Sindaca è ovviamente libera di far eseguire i test sierologici ai cittadini di Montevarchi come test di screening. Ma chi legge la risposta del test ? Ricordo che la lettura del risultato del test (come di qualunque altro esame sanitario) deve essere da personale esperto per evitare errori nella lettura come considerare una persona negativa che invece è positiva.

4 – Quanto alle comunicazioni della Asl Tse ai Sindaci, la Sindaca sa bene che la Regione Toscana su proposta del DG della ASL TSE ha autorizzato una sperimentazione sul flusso dei dati per cui a breve i Sindaci avranno attraverso la consultazione del portale regionale un quadro puntuale ed in tempo reale rispetto alla situazione attuale aggiornata alle 8 del mattino. E, in ogni caso, le informazioni diffuse dalla Asl Tse nel bollettino quotidiano in forma anonima e sintetica vanno prima ai Sindaci e poi ai media.

La sintesi di questa riflessione è che la Sindaca di Montevarchi, nell’attribuire alla Asl responsabilità che non ha, crea un clima di sfiducia verso la sanità  pubblica che in questo momento di emergenza nazionale è un fatto gravissimo a fronte del tangibile impegno di tutti i professionisti dell’Azienda nel governo di una epidemia di proporzioni importantissime.

Rimango disponibile evidentemente ad un confronto con il Prefetto di Arezzo. Confermo che ritengo irrinunciabile  un lavoro condiviso tra Asl e Comuni ma, ovviamente ad alcune condizioni che ruotano attorno al rispetto, sia della verità che delle persone.