Da domani Toscana zona rossa. Partono quindi misure più restrittive tra cui il blocco totale dei centri estetici per 15 giorni. Ma non degli acconciatori.
“In sostanza, mentre i parrucchieri possono continuare a lavorare è stato imposto ai centri estetici di abbassare la serranda. Perché questa anomalia? – si chiede Roberta Pagni portavoce estetiste CNA Arezzo – Oggettivamente non c’è nessuna ratio nella distinzione che il Dpcm ha introdotto nelle zone rosse tra parrucchieri e filiera dell’estetica. Il nostro è un settore in cui non ci sono assembramenti, lo sanno tutti: lavoriamo su appuntamento. Non solo: ormai da anni applichiamo protocolli di legge molto severi sulle disposizioni di carattere igienico-sanitario. Quindi onestamente se ci sono dei luoghi dove è proprio improbabile contrarre il virus è da un parrucchiere o in un salone di estetica.
Quella del Governo è una decisione talmente priva di senso dal punto di vista della razionalità socio-sanitaria. Sul piano dei protocolli anti-Covid tutto il settore benessere ha introdotto a proprie spese ulteriori presidi sanitari, ma, ripeto, sulla sicurezza eravamo già molto avanti. Lo dimostra il fatto che abbiamo fatto meno fatica, anche come organizzazione di rappresentanza, a definire il nostro contributo alle linee guide del Governo, perché già con molta esperienza in fatto di misure di sicurezza. Oggi il rischio è l’emergere dell’abusivismo: più teniamo chiusi soggetti corretti e formalmente disciplinati di questa filiera più emergono soggetti abusivi che non applicano le disposizioni sanitarie. Tolgo lavoro a chi il Covid non me lo fa prendere e dò lavoro a chi non solo evade, ma mi fa pure prendere il Covid, detto molto in soldoni.
Sul fronte del sostegno economico, poi, i soldi sono sempre pochi e le difficoltà riguardano tutti i colori delle zone, al di là dei blocchi che, certamente, collassano le attività. Quindi il provvedimento sulle nostre chiusure va urgentemente rivisto così come dovranno essere stanziate ulteriori e robuste risorse finanziarie per fronteggiare una situazione in rapido peggioramento. Senza interventi tempestivi e incisivi rischia il fallimento il 60% delle estetiste sotto il peso delle spese e delle tasse”.