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Chiassai: “La Regione risponda ai territori che si sono già espressi contro l’ampliamento di Podere Rota”

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Chiassai: “La Regione risponda ai territori che si sono già espressi contro l’ampliamento di Podere Rota”
Silvia Chiassai Martini

“Se c’ è un soggetto istituzionale che è rimasto sconcertato dalle dichiarazioni rilasciate dall’ assessore regionale Monni, è sicuramente la Provincia di Arezzo.

 

Ho trovato imbarazzanti le sue dichiarazioni, non certo adeguate al ruolo che rappresenta e che invece di rispondere nel merito su Podere Rota, sposta sul piano personale e partitico la questione, con la grave accusa di “becerismo” rivolta a me e ai territori finalizzata ad “una propaganda di basso livello tipica di alcune campagne elettorali”, insinuando addirittura che tale atteggiamento appartenga ad una certa parte politica.

 

Volendo andare oltre all’arroganza e alla maleducazione, informo l’Assessore che la contrarietà all’ampliamento della discarica di Podere Rota, che rappresenta un divieto espressamente indicato dal piano regionale dei rifiuti vigente, è trasversale alla maggioranza dei Comuni, non solo del Valdarno, ma dell’Assemblea dell’AtoToscana Sud che nel maggio 2019 hanno votato un atto di indirizzo da me presentato per evitare “qualsiasi nuovo ampliamento” dell’impianto valdarnese dopo uno sfruttamento intensivo del territori che serve a coprire per i 2/3 l’inadempienza sull’ autosufficienza impiantistica di Firenze attestandone il fallimento delle politiche regionali sui rifiuti.

 

La Regione ascolti piuttosto le necessità dei territori prima ancora di preoccuparsi di liquidare come becerismo le legittime posizioni di questi. Del resto fu il suo stesso precedente assessore all’Ambiente ad invitare territori a formulare proposte alternative valide alla mera dipendenza dalle discariche. Soluzioni che la provincia di Arezzo ha puntualmente trovato e che a quanto pare disturbano  gli interessi economici di Sei Toscana e forse non solo di questa.

 

Ma al di la delle sterili polemiche che non mi interessano –  continua la Presidente Chiassai Martini –  ritengo doveroso effettuare delle precisazioni che si fondano sui fatti e sugli atti più che sulle mistificazioni. E’ sicuramente vero quanto afferma l’ Assessore Regionale, in termini di avvio del procedimento in presenza di richieste da parte del proponente, che ricordo non è un privato, ma una società a maggioranza di capitale pubblico. CSA Impianti S.p.A. in data 19/10/2020 ha presentato alla stampa un progetto per la realizzazione di nuovi volumi per lo smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi. Un intervento che occuperà una superficie complessiva di 71.450 m2  per un investimento di ben 24 milioni di euro che a loro dire, sono finalizzati solo a garantire l’attività fino al 2024. Un investimento a dir poco cospicuo per un progetto di così breve respiro e da quanto da loro affermato, non solo per i rifiuti speciali, ma “necessario poiché l’esaurimento dei volumi disponibili della discarica è ormai imminente”.  Magari CSAI spera che SEI Toscana, di cui casualmente fa parte, vinca il ricorso contro l’efficientamento di San Zeno, così da giustificare l’ennesimo sfruttamento del paesaggio naturale delle balze per i rifiuti soprattutto di Firenze, come avviene da 30 anni. 


La richiesta che faccio e così tanto scandalizza e forse rompe le uova nel paniere di una certa sinistra è quindi quella di conoscere chiaramente ed inconfutabilmente, sia da parte della Provincia, che rappresento, sia da parte dei comuni in ambito ATO che si sono chiaramente pronunciati contro ogni prosecuzione dell’ attività della discarica del Podere Rota, quali siano le effettive volontà della Regione Toscana in materia.

 

Chiediamo di sapere se la Regione intenda realmente difendere nei fatti, più che con le parole, il territorio aretino rispettando le sue stesse direttive che sin dal 2014 richiedono ai territori di attivarsi  per la chiusura delle discariche. C’ è o non c’ è questa volontà di far rispettare quanto la Regione ha deliberato? C’ è o no la volontà di ascoltare i cittadini che da anni stanno sopportando sulla loro pelle le oltre centomila tonnellate di rifiuti che provengono dalla provincia di Firenze in primis ? Vorrei ricordare all’ Assessore che si scandalizza di queste mie richieste, che la provincia aretina ed i suoi comuni, a parte un solo evidente caso di conflitto di interessi, si sono adeguati alla linea di indirizzo data per raggiungere la richiesta di autosufficienza in materia di smaltimento dei rifiuti.  In tale direzione va appunto il progetto di San Zeno che permetterebbe di ridurre in maniera considerevole il volume dei rifiuti da conferire in discarica, rendendo superfluo qualsiasi ulteriore esigenza di ampliamento della discarica del podere Rota, con una riduzione delle tariffe per i cittadini. Una soluzione in piena sintonia con il piano regionale del 2014 in cui l’unico a rimetterci, probabilmente, è il gestore della discarica che non potrebbe più fare profitti sul nostro territorio.


Che le due vicende siano interconnesse l’ Assessore non può certo ignorarlo, non a caso SEI toscana, interessata invece all’ ampliamento del Podere Rota, ha subito impugnato con formale ricorso al TAR Toscana sia il provvedimento autorizzatorio su San Zeno della stessa Regione, così come le delibere dell’ ATO del 2019 che si esprimevano favorevolmente all’efficientamento dell’impianto . Ricorso contro il quale anche per una questione di coerenza e di rispetto dei cittadini  sia che come Provincia di Arezzo che come Comune di Montevarchi ho inteso costituirmi con ricorso ad audiuvandum come hanno fatto altri comuni. Mi chiedo quale sia la posizione della Regione Toscana al riguardo e se, a sua volta, si sia costituita in opposizione contro il ricorso presentato da Sei Toscana contro la sua stessa autorizzazione.


Mi auguro che l’Assessore si esprima chiaramente su i quesiti posti per capire la posizione della Regione e che inizino davvero a preoccuparsi della salute dei territori a partire proprio  della sua “area fiorentina” che non si è mai adeguata alle direttive della RT e continua a sfruttare il nostro territorio come fosse la loro pattumiera, e non si preoccupi della provincia di Arezzo, che con responsabilità e fattività, ha trovato soluzioni per essere autosufficiente e difendere gli interessi dei cittadini”.