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Ghost Kitchen anche in Casentino

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Ghost Kitchen anche in Casentino

Il covid19 ha cambiato le nostre vite. Le ha così stravolte che dovremo segnare un tempo prima e un tempo dopo la pandemia. Una cosa è certa, il mondo di prima non ci appartiene più.

E questo vale per tutto quello che conoscevamo, che davamo per scontato, che era la nostra quotidianità.

Anche la ristorazione, settore che ha sofferto più di altri in questo spartiacque storico, si è dovuta rinnovare completamente.

Anzi, direi che dalla ristorazione sono partiti i primi segnali di cambiamento, quando a farla sono delle persone che fanno di un progetto di vita, anche un percorso di lavoro e di eccellenza.

Da queste considerazioni nasce un’iniziativa di quelle che ti fanno prendere ossigeno, che ti danno la carica a molla e ti fanno dire: “Allora ce la faremo davvero!”.

A cosa mi riferisco? Al fatto che due giovani casentinesi che vivono a Firenze, Andrea Tanci porterà il locale fiorentino Il Calistro in Casentino e precisamente nella cucina de Il Mattarello di Donatella Corazzesi e Matteo Goretti.

Se la gente non può andare al Calistro, il Calistro va dalla sua gente.

In realtà questo bistrot dalle tendenze fast e street nato a Firenze da un simbolo casentinese, ovvero il Tortello alla Lastra (da qui Calistro, la lastra tipica di cottura) vuole tornare nella valle di origine utilizzando una cucina “amica”, quella di Matteo, e collaborare a sei mani per 5 giorni dal 17 al 21 marzo.

La ristorazione scopre il delivery di qualità e prova a conquistare il futuro.

Nelle giornate di questo esperimento organizzativo e culinario, verrà effettuato l’asporto la sera e la consegna a domicilio divisa per zone.

Andrea a Bianca si sono ispirati alla ghost kitchen, l’innovativa formula portata a Milano dall’Inghilterra per recapitare direttamente a casa dei clienti i piatti della tradizione italiana, realizzati con prodotti freschi di alta qualità in cucine diverse e magari inutilizzate a causa del covid19.

Un ristorante itinerante che Andrea racconta così: “L’idea si ispira alle nuove tendenze che stanno emergendo nelle grandi città dove anche la cucina di qualità sta cercando altre strade per non perdere il contatto con i clienti e continuare a fare cultura. Con questo progetto vorremmo riportare un’idea di cucina che punta tutto sulla tradizione e l’altissima qualità dei prodotti utilizzati, nel luogo in cui è nata. Il Calistro, in questo modo, vuole rinnovarsi ancora, vuole trovare altre strade, altri modi. Nel Lungarno Cellini siamo aperti da tre anni con lo stop imposto dal covid19 compreso. Adesso è il momento per tutti di agire e reagire, di essere proattivi. Noi lo facciamo tentando il ritorno alle origini diciamo con l’aiuto di un bravo cuoco gourmet come Matteo. Crediamo che nella collaborazione sia la chiave di volta di una nuova ristorazione”.

Sul concetto di “rete” così usato e abusato Andrea e Bianca hanno un’idea bene precisa: “Il nostro prossimo progetto post covid19 sarà portare in giro per l’Italia l’idea del Calistro come unione di tradizione e attualità. Per fare questo il ritorno in Casentino e la collaborazione con più soggetti diventa essenziale e speriamo anche fruttuosa per tutti. Nei cinque giorni di permanenza nella valle daremo nel box insieme alle nostre proposte di tortello, anche la cultura e le idee dei giovani casentinesi. Metteremo per esempio la musica di un gruppo del posto, Le scuse inutili, con un QR code pratico. Ma ci saranno anche partnership con vari produttori. Per noi è ovviamente un test, una prova un tentativo di uscire e ritornare per portare la ristorazione su prospettive nuove”.

Matteo Goretti da parte sua è certo su una cosa: “L’innovazione, la ricerca devono essere parti integranti della cucina di qualità. Sono felice di poter ospitare nella mia cucina Il Calistro e la capacità di Andrea di interpretare in modo nuovo i prodotti della tradizione. Il modo di operare di Andrea, la sua idea di proporre il tortello alla lastra, simbolo del Casentino, in versione urban con salse diverse, che si ispirano ad altre culture, rimanendo però legati alla tradizione è sorprendente. Credo che la nostra collaborazione potrà dare frutti importanti. Tutto questo rafforza un rapporto di collaborazione ormai avviato con Il Calistro”.

A proposito delle materie prime utilizzate Andrea non ha dubbi: “Solo puntando sulla qualità si potrà non solo portare in un futuro incerto la ristorazione, ma anche sviluppare i territori di riferimento. Unico problema che noi facciamo fatica ad avere i prodotti casentinesi per il nostro bistrot. Spesso per motivi legati alle quantità, il problema più grande, vuoi anche per la difficoltà di trasporto. Essendo noi casentinesi veniamo sempre qua a prendere ciò che ci serve, ma non sempre e per tutti è possibile, questo mi porta a pensare che forse qualcosa dovrà cambiare anche in questo se vogliamo far conoscere le produzioni di qualità e farlo in maniera integrata come vallata, come rete, appunto”.

 Come ogni esperimento che si rispetti ci saranno prove e confutazioni, ma una sola certezza, abbiamo conquistato il futuro.

Lo sporgersi oltre il noto dà questo effetto benefico. Le controindicazioni? In un mondo nuovo nessuna direi.

Per chi volesse conoscere tutto il progetto si consiglia di seguire le pagine FB e Instagram di Il Calistro e Il Mattarello.