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Giovanni Donati: “Piove e il Bagnoro trema”

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Giovanni Donati: “Piove e il Bagnoro trema”

Giovanni Donati (PD): “più studi e investimenti contro il rischio idrogeologico”

27 luglio 2019: Bagnoro sott’acqua. 17 mesi dopo nulla è stata fatto. Anzi, no: qualcosa è stato fatto dal Comune di Arezzo ma con un intervento che rischia di essere pericoloso per gli abitanti di Bagnoro. La demolizione e la ricostruzione di due ponti sul torrente Valtina hanno di fatto aumentato la “luce” dei due ponti e quindi la portata dell’acqua sul torrente senza prendere in considerazione la scarsa luce e portata del ponte che si trova nel centro del paese di Bagnoro.

I cittadini di questa frazione, a ogni temporale, rivivono l’incubo del 27 luglio e oggi con una preoccupazione in più dovuta alla scarsa capacità di far defluire le acque del ponte al centro del Paese. La Regione Toscana sta portando avanti, insieme agli uffici del Genio Civile, progetti importanti sia sul Valtina che sul Vingone, ma non è dato sapere quali sono gli interventi che il Comune intende realizzare per ridurre il rischio idraulico o scongiurare una nuova alluvione.

E’ inaccettabile la latitanza del Comune di Arezzo dopo i fatti del 2019: nessuno dell’Amministrazione Comunale si è visto, né il Sindaco né l’Assessore, nei giorni successivi all’alluvione o nei 17 mesi trascorsi.

Dopo quell’evento i cittadini del Bagnoro si sono dotati di paratoie a tenuta stagna da mettere agli ingressi delle proprie abitazioni ma adesso è il momento che il Comune cominci a dimostrare di saper programmare e gestire anche questo tipo di situazioni. Oltre ai torrenti Vingone e Valtina, il Comune deve prendere in considerazione tutta l’area alluvionale dietro la Pieve Santa Eugenia poiché in questa zona è presente una lottizzazione che subisce allagamenti continui a causa della convergenza del reticolo secondario di un’area vastissima che causa sia l’allagamento dell’abitato di Bagnoro sia della Pieve Santa Eugenia.

I cittadini del Bagnoro hanno diritto di vivere in sicurezza nelle proprie abitazioni e hanno diritto di chiedere al Comune che faccia la propria parte eseguendo interventi risolutivi affinché l’immagine della Pieve Santa Eugenia inondata rimanga un brutto ricordo.