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I custodi del bosco fermi. Coldiretti: “Subito una risposta chiara per il settore”

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I custodi del bosco fermi. Coldiretti: “Subito una risposta chiara per il settore”

Si sta sciogliendo la neve in Casentino e naturalmente con l’esaurirsi del manto bianco, prendono il via le attività di taglio del bosco, di solito appunto ma non quest’anno perché esiste una sentenza che rischia di mettere in discussione il lavoro di un intero comparto, fiore all’occhiello e risorsa indiscussa per tutto il territorio.

In sintesi la nuova norma prevede che ogni taglio boschivo effettuato sopra i 700 mt dovrà essere accompagnato da una autorizzazione paesaggistica rilasciata dalla Sovrintendenza.

E’ altissima la preoccupazione delle aziende agricole e delle famiglie collegate, rappresentative in tutto il Casentino che da intere generazioni si impegnano con il loro lavoro nella coltivazione del bosco e che rappresentano la storia del territorio. La scure della complicazione burocratica con l’aumento dei costi ed i tempi di attesa insostenibili, avviano più che la stagione del taglio, la crisi del distretto selvicolturale che rischia di perdere l’annata.

Questa mattina un ulteriore azione nei boschi innevati di Montemignaio, ha visto la presenza di un altissimo numero di operatori che sempre più preoccupati, percepiscono lo scadere del tempo e che non hanno chiarezza sul futuro del loro lavoro, nonostante l’impegno dei consiglieri regionali locali, al momento non si hanno risposte concrete.

Il momento di incontro è stata una ulteriore occasione per ribadire la drammaticità di una situazione che deve trovare una responso quanto prima, per gli imprenditori, per le famiglie, per gli operai e per tutto l’indotto collegato.

E’ necessario creare le condizioni affinché il bosco continui a vivere – ha dichiarato il Presidente di Coldiretti Arezzo Lidia Castellucci – e con lui anche i nostri imprenditori agricoli, custodi dell’ambiente, coloro i quali pongono con la loro attività, massima attenzione alle frane a gli smottamenti, così come agli incendi boschivi, e modellano il paesaggio tutelandolo, valorizzandolo e mettendolo in sicurezza. La loro attività infatti frena il moltiplicarsi di incendi ed evita il dissesto idrogeologico, ed è a loro che va riconosciuto il ruolo inestimabile di sentinelle ambientali di chi vive la montagna. Non possiamo accettare che questa cosa rimanga così com’è e metta in discussione territorio, ambiente circostante ed un intero settore”.