Il vaccino mRNA induce una complessa riprogrammazione funzionale delle risposte immunitarie innate, soprattutto nei bambini

di Stefano Pezzola

Ricercatori nei Paesi Bassi e in Germania hanno constatato che il vaccino contro la malattia da coronavirus COVID-19 di Pfizer-BioNTech denominato Comirnaty induce una complessa riprogrammazione delle risposte immunitarie innate che dovrebbero essere considerate con attenzione nello sviluppo e nell’uso di vaccini a base di mRNA.

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Jorge Domínguez-Andrés e colleghi affermano che mentre il vaccino ha dimostrato di essere efficace fino al 95% nei primi mesi nel prevenire l’infezione da sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2) e successivo COVID-19, si conosce ben poco sugli ampi effetti che il vaccino può avere sulle risposte immunitarie innate e adattative.

Al seguente link puoi scaricare lo studio completo in formato pdf:

SCARICA QUI LO STUDIO.

Nello studio il team di ricerca del Radboud University Medical Center e Erasmus MC nei Paesi Bassi e l’Helmholtz-Centre for Infection Research (HZI), Hannover Medical School (MHH) e l’Università di Bonn, in Germania, hanno confermato la parziale efficacia della vaccinazione BNT162b2 nell’indurre una immunità umorale e cellulare contro diverse varianti di SARS-CoV-2.

In termini medici, l’efficacia si riferisce alla capacità di un prodotto o di un trattamento di fornire un effetto benefico.

Nel contesto dell’assistenza sanitaria, viene esplorata l’efficacia di un prodotto per produrre benefici terapeutici.

Gli interventi che possono essere esplorati includono farmaci, dispositivi medici, procedure chirurgiche e interventi di sanità pubblica

L’intervento viene confrontato con altri interventi disponibili al momento e l’efficacia è stabilita se il nuovo intervento è almeno altrettanto buono degli altri disponibili. In genere, questi tipi di confronti sono fatti in studi clinici randomizzati.

In farmacologia l’efficacia descrive la risposta massima che può essere raggiunta con un farmaco.

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L’effetto del farmaco è tracciato rispetto alla dose in un grafico, per dare la curva dose-risposta. Le dosi crescenti utilizzate sono visualizzate dall’asse X e le risposte semi-massime e massime sono visualizzate dall’asse Y.

Il punto più alto della curva mostra la risposta massima (efficacia) ed è indicato come Emax.

Soffermiamoci ancora sulle conclusioni dello studio ovvero che ”il vaccino mRNA BNT162b2 induce una complessa riprogrammazione funzionale delle risposte immunitarie innate, che dovrebbero essere prese in considerazione nello sviluppo e nell’uso di questa nuova classe di vaccini“.

Con una opportuna premessa.

Dal primo caso segnalato di COVID-19, le città di tutto il mondo sono state chiuse, le persone hanno smesso di socializzare e andare al lavoro, le economie hanno subito un durissimo colpo e ci sono stati molti decessi, troppi.

Allo stesso tempo la vera comunità scientifica – e non certo le virostar televisive – si è riunita e ha prodotto un’immensa quantità di conoscenze sul virus, sviluppando più vaccini in meno di un anno.

Ciò è stato possibile perché gli scienziati hanno rapidamente condiviso le loro ricerche su COVID-19 e i preprint – articoli scientifici che non sono stati formalmente rivisti – si sono dimostrati essenziali in questo sforzo.

Gli articoli scientifici sono tradizionalmente pubblicati su riviste accademiche, avendo prima avuto la loro qualità formalmente verificata da altri scienziati, in un processo noto come peer review.

I preprint invece sono manoscritti scientifici che vengono invece pubblicati online – di solito su server specializzati – e che non sono stati sottoposti a peer review.

I preprint consentono ai ricercatori di condividere la loro ricerca quando ritengono che sia pronta, piuttosto che affidarsi ai gatekeeper (sotto forma di editori di una rivista).

Ciò rende la scienza più equa e ha enormi vantaggi per i ricercatori in giro per il mondo.

Scienziati e ricercatori, appunto.

Tutto ciò che da 24 mesi la gran parte della popolazione teledipendente non ha mai avuto modo di ascoltare in televisione o leggere sui quotidiani nazionali.

Durante i primi dieci mesi della pandemia, oltre il 25% della letteratura COVID-19 (30.260 articoli) è stata condivisa per la prima volta come prestampa.

I preprint COVID-19 sono stati utilizzati anche per influenzare direttamente le decisioni politiche.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità e il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie hanno entrambi utilizzato i preprint nei documenti politici durante la pandemia, chiaramente soltanto quelli funzionali alla narrazione dominante.

I politici hanno condiviso alcuni esempi eclatanti di negazione della scienza.

Anche nel nostro Paese molti politici hanno causato danni immensi con il loro uso selettivo di documenti altamente imperfetti e fraudolenti.

Pubblicare dati non sottoposti a revisione paritaria genera il rischio, quasi la certezza, che la scienza di scarsa qualità possa avere il sopravvento.

Riprendiamo adesso il filo della nostra riflessione.

Il vaccino mRNA BNT162b2 induce una complessa riprogrammazione funzionale delle risposte immunitarie innate.

Poniamoci allora alcune domande e proviamo ad esplicitare risposte di buon senso su un tema molto delicato, la vaccinazione a mRNA nella fascia di età 5-11 anni.

Possiamo parlare di emergenza Covid tra i bambini?

NO, non c’è nessuna emergenza tra i bambini poiché se sono contagiati dal SARS-CoV-2 sono in genere asintomatici e con sintomi lievi.

C’è un aumento di mortalità per Covid tra i bambini?

NO, l’aumento delle infezioni tra i bambini non ha causato nessun aumento di mortalità.

Da 0 a 19 anni l’ISS ha registrato finora 35 decessi, cioè ~20 casi/anno, che su 10.431.663  bambini/ragazzi 0-19 anni (ISTAT) significa 1 decesso ogni 522.000 bambini/anno, cioè 0,19 decessi su 100.000, 125 volte meno dei 2.505 bambini morti in media ogni anno nel quinquennio 2015-2019.

L’aumento delle infezioni tra i bambini non ha causato un aumento di mortalità.

Buona parte dei 2.500 decessi annui da altre cause sarebbero prevenibili, e meriterebbero ben maggiore attenzione.

Invece, non è scontato che le vaccinazioni avrebbero salvato parte di questi 20 morti/anno da COVID-19, trattandosi in maggioranza di soggetti già affetti da serie patologie.

I rischi di ricovero per Covid nei bambini sono molto ridotti?

SI, anche i rischi di ricovero in terapia intensiva sono molto ridotti: 1 su oltre 46.000 diagnosi di COVID-19, e riguardano spesso bambini con altre patologie.

In Germania tra i bambini 5-11 anni senza patologie, il rischio è di 1 su 50.000, e nessuno è deceduto.

Vaccinando i bambini si raggiunge l’immunità di gregge?

NO, è ormai impossibile ottenere l’immunità di gregge con le vaccinazioni in corso a causa della rapida diminuzione della protezione indotta dal vaccino, che a 5/6 mesi può diventare persino negativa e dell’incapacità di prevenire la trasmissione di SARS-CoV-2 a distanza del completamento del ciclo vaccinale.

Nell’ultimo mese il tasso di infezioni su 100.000 è stato di circa 800 casi tra i non vaccinati e 400 tra i vaccinati (con ciclo completato da pochi mesi, quando la protezione è massima).

Dunque, se anche si vaccinasse il 100% della popolazione, il 50% resterebbe suscettibile a infettarsi/infettare.

I bambini sono causa importante di trasmissione nel virus in famiglia?

NO, i bambini non sono i maggiori determinanti nella diffusione del virus nemmeno in ambito familiare, molti studi clinici a livello mondiale lo confermano ormai da mesi.

I bambini favoriscono in modo particolare varianti e circolazione virale?

NO, la mancata vaccinazione dei bambini non favorisce la circolazione del virus e la nascita delle varianti rispetto ai vaccinati nel medio periodo.

Infatti, in un anno di 52 settimane, se il bambino non si infetta non è mai infettivo, se si infetta lo è per una settimana, e per le altre 51 è immune.

Anche il vaccinato è più suscettibile a infezioni  nelle due settimane che seguono l’inoculazione del farmaco.

Infine, è etico vaccinare i bambini per proteggere indirettamente altri, genitori e nonni?

NO, se anziani e soggetti fragili sono immunizzati, i rischi di trasmissione derivanti dalla mancata vaccinazione dei bambini sono ridottissimi e non giustificano certo l’assunzione del rischio derivante dall’inoculazione di un farmaco sperimentale che induce una complessa riprogrammazione funzionale delle risposte immunitarie innate.

I rischi della vaccinazione pediatrica con Comirnaty di Pfizer BioNTech superano i benefici,.

E chi sostiene il contrario o non ha trovato il tempo di informarsi adeguatamente oppure è in malafede.

Non ci dimentichiamo che al momento gli scarsissimi studi sull’argomento sono stati finanziati dal produttore, gli autori sono in maggioranza dipendenti o con importanti relazioni finanziarie con le industrie produttrici, il numero di eventi è basso al momento dell’interruzione/rottura anticipata del doppio cieco negli studi: queste tre condizioni  portano ciascuna ad esasperare in modo sistematico i benefici.

Importanti Società professionali nel nostro Paese che insistono per una vaccinazione universale dei bambini ricevono cospicui finanziamenti dalle industrie farmaceutiche.

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